Aumentano le richieste di accesso all’Emporio della Solidarietà di Prato. Per l’emergenza legata al Covid-19, in questi giorni sono 1260 le tessere attive per fare la spesa nel supermercato per famiglie in difficoltà di via del Seminario. Rispetto alla media registrata nel 2019 – che è stata di 950 tessere settimanali – si tratta di un incremento del 32,6%. “Ogni giorno ci arrivano nuove domande per poter accedere al servizio e finché avremo prodotti da distribuire le accetteremo”, dice Marcello Turrini, uno dei responsabili dell’Emporio e curatore del bilancio sociale. In questo momento il magazzino è ben fornito ma il fatto di non aver potuto organizzare, sempre a causa del Covid-19, la tradizionale raccolta viveri nei supermercati cittadini nel mese di marzo potrebbe creare non pochi problemi di approvvigionamento. Per questo i promotori del progetto – diocesi, comune, Provincia e Fondazione Cassa di risparmio di Prato – lanciano un appello alla generosità dei pratesi per sostenere l’Emporio: un servizio sociale non soltanto utile ed efficace ma capace di moltiplicare i contributi ricevuti in modo esponenziale: ogni euro raccolto ha permesso di distribuirne 10,8. Secondo il bilancio sociale 2019 – pubblicato in questi giorni sul sito web – lo scorso anno a fronte di 208mila euro sono stati distribuiti prodotti per un valore di 2 milioni e 300mila euro.
“L’attività dell’Emporio è un esempio concreto di economia circolare – dice la direttrice della Caritas diocesana, Idalia Venco – evitando lo spreco di grandi quantità di merce che invece di andare distrutta viene redistribuita, con beneficio per le persone e per l’ambiente. Ma la circolarità riguarda anche le persone, attraverso l’attivazione di processi di riqualificazione delle relazioni e delle competenze in cui sono coinvolti i beneficiari del servizio, volontari e operatori”.
Dal bilancio sociale 2019, emerge che lo scorso anno sono state 1653 le famiglie che hanno ottenuto la tessera Emporio. Rispetto al 2018 c’è stata una flessione del 3,2%. Gli italiani sono passati dal 55% del totale al 48,8%. Albanese, marocchina, nigeriana e rumena le nazionalità straniere più presenti. Rispetto agli anni precedenti la Caritas, ente gestore del progetto, è riuscita a calcolare il numero complessivo di persone appartenenti ai nuclei familiari che hanno usufruito del servizio: si tratta di oltre 6mila cittadini. Il numero complessivo delle famiglie assistite in undici anni di attività è 4.403, di cui soltanto 264 in modo costante nel tempo e 1.066 solo per un anno. Il valore medio annuo erogato per famiglia è stato di 891 euro, una cifra di poco superiore a quella del 2018, che va dai 514 euro per le famiglie piccole fino a un massimo di 1.167 euro per quelle numerose. “Dal 2008 migliaia di famiglie sono state aiutate fino a che ciascuna non ha ritrovato un proprio equilibrio e una propria autonomia, non si può che essere contenti di questo servizio promosso dalla città”, afferma il vescovo Giovanni Nerbini.