Coronavirus Covid-19: Ardito Vega (esperto di diritti umani), “in Perù il sistema sanitario è al collasso e ci sono sempre più poveri”

“L’effetto della pandemia sulle classi più povere e sui lavoratori precari è molto grave. È urgente che chi è più povero possa tornare a lavorare”. Lo afferma, interpellato dal Sir, il giurista e sociologo peruviano Wilfredo Ardito Vega, docente di Diritto alla Pontifica Università Cattolica del Perù ed esperto di diritti umani. Il Perù è il secondo Paese latinoamericano (dopo il Brasile) per numero di contagi, 33.931, e il terzo (dopo Brasile e Messico) per numero di morti (943). Circa metà dei casi di verifica nella grande area metropolitana di Lima. “Le cifre iniziano a essere elevate, anche se non possono essere certo paragonate a quelle dell’Italia – aggiunge il docente -. Ma la situazione è preoccupante, da un lato, per le persone più povere e, dall’altro, per la mancanza di adeguate strutture ospedaliere. Basti pensare che in tutto il Perù ci sono 500 letti in terapia intensiva”. Sono tre i luoghi con la maggiore concentrazione di malati: “In primo luogo Lima, la capitale. Mia sorella, che fa la dottoressa, mi ha detto: ‘Vedi di non ammalarti, non sapremmo dove metterti’. In tutta la capitale non c’è un letto libero. Il sistema sanitario è al collasso. Poi c’è il nord del Paese e in particolare la città di Chiclayo, capoluogo della regione del Lambayeque. La potremmo definire una piccola Guayaquil, nel senso che anche qui abbiamo persone morte per strada, difficoltà non solo per la cura dei malati ma anche per le sepolture. I molti casi nel nord del Paese probabilmente dipendono proprio dalla vicinanza della città ecuadoriana (una delle più colpite del continente dalla pandemia, ndr). Un’altra città con un numero notevole di contagiati è Iquitos, il più grande centro dell’Amazzonia peruviana. Non sono tanti i casi in sé, ma non c’è possibilità di prestare le cure a chi si ammala. Lo si vede anche dall’età media delle vittime, molto più bassa rispetto all’Italia, attorno ai cinquant’anni”.
Molto diversa, invece, la situazione sulla “sierra”, sulle città che si trovano in quota, come Cuzco, Puno o Arequipa: “Non a caso, da Lima c’è una processione di persone che cercano di raggiungere a piedi le città d’origine, magari lontane centinaia di chilometri. Camminano sulle autostrade, che tanto sono vuote. In realtà, c’è l’impressione che il Covid-19 perda forza quando si supera una certa altitudine. Lo si sta vedendo anche in Bolivia, in Ecuador, in parte in Colombia”.
Ardito Vega guarda, infine, ai risvolti politici di questa emergenza: “La popolarità del presidente Vizcarra e del suo Governo è in aumento. Ma i primi provvedimenti di quarantena sono stati presi prima ancora che il nuovo Parlamento si insediasse, c’è il rischio di uno svuotamento delle istituzioni. Inoltre, in un Paese con forte corruzione, è probabile che molti politici che si trovano in carcere chiedano di essere liberati, di fronte alla situazione sanitaria”.

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