Papa Francesco: tramite il vescovo di Bergamo dona 60mila euro all’Ospedale Papa Giovanni
“Papa Francesco, per tramite del vescovo di Bergamo, ha donato 60.000 euro all’Ospedale Papa Giovanni come segno della sua premura e della sua carità”. Lo ha reso noto la diocesi di Bergamo evidenziando che “si tratta di un nuovo segno della sua vicinanza che si aggiunge alla telefonata al vescovo, mons. Francesco Beschi, di qualche giorno fa in cui manifestava i suoi sentimenti di condivisione del dolore per i numerosi sacerdoti e fedeli defunti a causa del Coronavirus e di prossimità ai malati, a coloro che li curano, alle famiglie, alle parrocchie e a tutta la comunità bergamasca”. “L’espressione della sua paternità, come è comprensibile, raggiunge tutte le diocesi colpite dalla violenza del contagio, ma nello stesso tempo desidera manifestarsi particolarmente a quelle comunità che ne sono maggiormente colpite. L’Ospedale di Bergamo, portando il nome del Santo Papa bergamasco, rappresenta un ulteriore motivo con particolare valore simbolico di questo gesto di prossimità di Papa Francesco”, prosegue la nota della diocesi di Bergamo. “L’Ospedale impiegherà questo concreto segno della paternità del Santo Padre anche nella struttura nata alla Fiera che dai prossimi giorni risponderà ai bisogni di tutti i bergamaschi”, informa la diocesi. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: Cei, altri 6 milioni di euro per aiutare i Paesi africani e altri Paesi poveri
A pochi giorni dagli interventi straordinari, per un totale di 16 milioni di euro, disposti per far fronte all’emergenza coronavirus in Italia, la Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha deciso lo stanziamento di altri 6 milioni di euro, provenienti dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per aiutare i Paesi africani e altri Paesi poveri nell’attuale situazione di crisi mondiale. “Nella consapevolezza che tali Paesi incontrano ulteriori difficoltà nell’affrontare la pandemia e che la situazione, già drammatica, può divenire devastante, la Presidenza Cei ha incaricato il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana di elaborare una strategia d’azione urgente che intervenga sul piano sanitario e su quello formativo”, si legge in una nota della Cei: “La strada operativa, che è stata individuata, consiste nel sollecitare una manifestazione d’interesse da parte degli ospedali e delle istituzioni cattoliche operanti sul territorio. Con tale finalità, per gli interventi di tipo sanitario sono stati stanziati 5 milioni di euro, per quelli formativi 1 milione di euro, per un totale di 6 milioni di euro”. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: il card. Turkson in visita al Policlinico Gemelli, “vi porto l’abbraccio del Papa”
Oggi pomeriggio il card. Peter K.A. Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, si è recato in visita al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Accompagnato dai sotto-segretari del Dicastero, mons. Segundo Tejado Muñoz e p. Nicola Riccardi, ha incontrato il personale medico-sanitario impegnato nell’emergenza legata al Covid-19. Ad essi e a tutti i malati colpiti dal virus, alle loro famiglie e ai sacerdoti che esercitano il ministero pastorale all’interno del nosocomio, è stato portato il saluto del Santo Padre. “Vi porto l’abbraccio del Papa”, ha detto il cardinale: “Non siete soli nella lotta contro il Coronavirus!”. Al termine dell’incontro, i rappresentanti del dicastero hanno consegnato ai presenti alcuni Rosari benedetti da Papa Francesco, assicurando la preghiera e il sostegno della Chiesa “in questo difficile momento di lotta alla pandemia e di prova, fisica e spirituale”. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: Antonelli (Gemelli), “il picco non si è ancora esaurito”
“Il picco non si è ancora esaurito e quello che abbiamo visto, anche se ora c’è una tendenza in calo, è frutto di ciò che è stato nelle precedenti tre settimane”. Lo ha affermato questa sera Massimo Antonelli, direttore del polo Emergenza della Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs, nel corso della quotidiana conferenza stampa nella sede della Protezione civile per fare il punto sulla situazione in Italia dell’emergenza coronavirus Covid-19. Stando ai numeri forniti dal capo dipartimento della Protezione civile e commissario all’emergenza, Angelo Borrelli, in Italia, per il coronavirus Covid-19, attualmente ci sono 85.388 persone positive, con un incremento di 2.339 rispetto a ieri. Il numero totale dei guariti è complessivamente di 19.758, 1.480 in più rispetto a 24 ore fa. “Purtroppo, oggi registriamo 766 nuovi deceduti”, per un totale di 14.681. I tamponi totali “effettuati alla data odierna sono 619.849 e tra ieri e oggi ne sono stati eseguiti oltre 80mila”. Per quanto riguarda i casi attualmente positivi, 4.068 persone sono in terapia intensiva, 28.741 sono ricoverati con sintomi mentre 52.579 (il 62%) sono in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi. “Nelle terapie intensive, la degenza media è di circa 10 giorni e, nella maggior parte dei casi, più estendersi fino ai 15-20 giorni. L’impatto – ha chiarito Antonelli – non è solo dalla severità della patologia che dobbiamo trattare ma anche dal fatto che per la sua risoluzione ci sono lunghi periodi di ricovero che impattano anche sulla capacità”. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: card. Zenari (Siria), “diffusione del contagio sarebbe catastrofe. Sfollati e carcerati i più vulnerabili”
“Dobbiamo cercare di farci trovare preparati ad una diffusione del contagio per questo stiamo cercando di reperire dei respiratori polmonari e dispositivi di protezione”. Lo ha dichiarato al Sir il nunzio apostolico in Siria, il card. Mario Zenari, in merito alla diffusione del coronavirus in Siria. Al 2 aprile i casi accertati sono 16 e due i decessi. Il nunzio dal 2017 ha avviato, grazie al supporto della Fondazione Avsi, il progetto “Ospedali Aperti” per assicurare l’accesso gratuito alle cure mediche ai siriani poveri. Ora, dopo la guerra, bisogna pensare di contenere anche il coronavirus. “Una diffusione del contagio sarebbe una vera catastrofe, non solo per la popolazione ma anche per i medici e gli operatori sanitari”, ha spiegato il nunzio. “Al momento attuale siamo del tutto impreparati. Preghiamo che questa epidemia non si estenda anche in Siria. Sarebbe come cercare di tamponare con una mano una diga che fa acqua”. Il nunzio si dice preoccupato anche per i 6 milioni di siriani sfollati interni e i carcerati, “i più vulnerabili”. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: Colombia, vescovi del Pacifico chiedono misure per “evitare catastrofe umanitaria”
Al fine di mitigare l’impatto della pandemia di Covid-19 nella regione costiera colombiana del Pacifico, i vescovi di questa parte del Paese invitano urgentemente lo Stato e le diverse organizzazioni locali e dipartimentali a prendere misure preventive e cura nella popolazione per evitare una “catastrofe umanitaria”. In un comunicato diffuso ieri e pervenuto al Sir, i vescovi chiedono al Governo nazionale, di “dare la priorità a un approccio etnico e territoriale differenziato rispetto a questa regione del Paese, che ha storicamente sofferto di abbandono statale e che presenta le maggiori carenze in termini di soddisfazione dei bisogni di base, infrastrutture ospedaliere e personale sanitario”. Nella dichiarazione congiunta, i vescovi chiedono anche alle autorità dipartimentali e municipali di continuare con gli sforzi che vengono fatti per combattere questo male. “Non è il momento delle divisioni ma dell’unità. Non è l’ora di protagonismi ma delle alleanze”. (clicca qui)
Tratta: Consiglio d’Europa, raddoppia il numero delle vittime. 15mila in un anno quelle ufficialmente identificate
Il numero delle persone identificate in Europa come vittime della tratta di esseri umani è quasi raddoppiato. Lo dice oggi il 9° rapporto annuale del Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (Greta), che prende in esame i dati tra il 2015 e il 2018, dei 47 Paesi che aderiscono alla Convenzione anti-tratta. Nel 2018 le vittime sono state 15.310 persone, rispetto alle 10.598 del 2015. “Tenuto conto della natura clandestina della tratta di esseri umani e del fatto che il processo di identificazione presenta delle lacune in molti Paesi, il numero reale delle vittime è probabilmente molto più elevato”, ha dichiarato il presidente del Greta, Davor Derenčinović. Il messaggio: occorre intensificare gli sforzi. Le due principali lacune nell’attuazione della Convenzione riguardano “l’identificazione dei minori vittime della tratta e le misure di assistenza fornite loro e più in generale alle vittime”. (clicca qui)