Le Fondazioni turche che fanno capo alle comunità religiose minoritarie si preparano a partecipare alla raccolta di donazioni lanciata dal presidente Recep Tayyip Erdogan come “Campagna nazionale di solidarietà” per raccogliere risorse necessarie a contrastare la diffusione della pandemia da coronavirus in Turchia. Lo rende noto Fides. L’ebreo Moris Levi, rappresentante delle Fondazioni delle comunità religiose di minoranza in seno alla Assemblea nazionale delle Fondazioni turche, ha riferito ai media turchi che tutto il comparto delle Fondazioni da lui rappresentato, senza eccezioni, si è già attivato per rispondere in tempi brevi alla richiesta di solidarietà concreta espressa dal presidente turco, mentre Isaak Haleva, rabbino capo della Comunità ebraica in Turchia, ha già annunciato che devolverà alla campagna di raccolta donazioni l’equivalente di cinque mensilità del suo stipendio personale.
Il 30 marzo, Erdogan ha lanciato la”Campagna nazionale di solidarietà” annunciando di aver devoluto l’equivalente di sette mensilità del suo stipendio personale, sottolineando che l’iniziativa punta a sostenere soprattutto coloro che nella vita quotidiana fanno più fatica a livello economico, a partire dai lavoratori che stanno perdendo il salario. Anche i membri del governo hanno aderito alla campagna con una donazione complessiva di 5,2 milioni di lire turche (equivalenti a 791mila dollari). Più di 40 villaggi e quartieri del Paese sono isolati in quarantena, a causa dell’epidemia. Secondo le cifre ufficiali fornite dalle autorità turche, alla fine di marzo i casi confermati di persone contagiate dal coronavirus si aggirava intorno alle 11mila unità, con meno di 800 pazienti in terapia intensiva. La campagna di raccolta donazioni lanciata da Erdogan è stata aspramente criticata da rappresentanti delle opposizioni. In Turchia sono circa 170 le Fondazioni legate a minoranze etniche e religiose, comprese quelle animate da ebrei e da cristiani armeni, greci, assiri, siri, caldei, bulgari e georgiani.