Nei Paesi nordici le Caritas nazionali si stanno mobilitando per far fronte all’emergenza coronavirus. “In Norvegia stiamo lavorando sodo”, scrive sul sito della diocesi di Oslo Alexander Golding, responsabile risorse umane dell’antenna norvegese. “Il nostro lavoro per gli immigrati nel Paese ha dovuto essere trasferito su piattaforme digitali. Il Centro risorse Caritas ha istituito un servizio telefonico, che gli immigrati, in particolare, possono contattare per consulenza e orientamento, sia sull’epidemia, ma anche su altre questioni come il lavoro”. Il problema, continua Golding, è che “molti dei gruppi con cui lavoriamo abitualmente si trovano ora in una situazione particolarmente vulnerabile”, vuoi perché hanno perso il lavoro, vuoi perché “se non si conosce bene la lingua o la società, è particolarmente difficile conoscere i propri diritti in caso di emergenza”. In Danimarca la Caritas insieme alla associazione dei giovani cattolici danesi (Duk) sta creando una rete di volontari a sostegno delle persone anziane particolarmente vulnerabili. Il servizio passa attraverso la rete telefonica e offre ascolto e aiuto in diverse lingue (spagnolo, polacco, inglese e vietnamita). Anche in Finlandia la Caritas fornisce distribuisce cibo e aiuti a domicilio. E per creare rete ha trasformato il caffè dell’amicizia, che periodicamente si tiene nella sede di Helsinki, in un appuntamento attraverso la pagina Facebook.
In Svezia, già da alcuni giorni è partita una raccolta fondi organizzata dalla Caritas, che sta al fianco soprattutto degli immigrati irregolari e di coloro che già in questa fase della crisi “hanno perso tutto”.