Al fine di mitigare l’impatto della pandemia di Covid-19 nella regione costiera colombiana del Pacifico, i vescovi di questa parte del Paese invitano urgentemente lo Stato e le diverse organizzazioni locali e dipartimentali a prendere misure preventive e cura nella popolazione per evitare una “catastrofe umanitaria”.
In un comunicato diffuso ieri e pervenuto al Sir, i vescovi chiedono al Governo nazionale, di “dare la priorità a un approccio etnico e territoriale differenziato rispetto a questa regione del Paese, che ha storicamente sofferto di abbandono statale e che presenta le maggiori carenze in termini di soddisfazione dei bisogni di base, infrastrutture ospedaliere e personale sanitario”.
Nella dichiarazione congiunta, i vescovi chiedono anche alle autorità dipartimentali e municipali di continuare con gli sforzi che vengono fatti per combattere questo male. “Non è il momento delle divisioni ma dell’unità. Non è l’ora di protagonismi ma delle alleanze”.
Inoltre, chiedono alla comunità di prendere sul serio le misure che sono state prese per contenere e mitigare gli effetti della pandemia: “Scopriamo che gran parte dei bambini, dei giovani e degli adulti del territorio non ha compreso la gravità della situazione e l’importanza delle misure proclamate dalle autorità”.
I vescovi chiedono solidarietà a persone, istituzioni e aziende in tutto il Paese, per sostenere comunità e centri di salute. E rivolgono un appello ai vari gruppi armati presenti in questa regione, perché cessino il fuoco e si ponga fine a tutte le azioni violente contro la popolazione. Il messaggio è firmato da mons. Carlos Alberto Correa Martínez, vicario apostolico di Guapi; mons. Orlando Olave Villanova, vescovo di Tumaco; mons. Rubén Darío Jaramillo Montoya, vescovo di Buenaventura; mons. Mario de Jesús Álvarez Gómez, vescovo di Istmina-Tadó, e mons. Juan Carlos Barreto Barreto, vescovo di Quibdó.