La Commissione europea ha aperto oggi la procedura d’infrazione nei confronti della Polonia dove dal febbraio scorso è in vigore un nuovo ordinamento giudiziario non conforme, secondo Bruxelles, alle regole europee. Di fatto, Varsavia ha introdotto nell’ordinamento la possibilità di una valutazione disciplinare dei contenuti delle sentenze, violando altresì – sempre secondo la Commissione – la regola del primato delle regole comunitarie sulle disposizioni nazionali. La riforma ha anche imposto l’obbligo da parte dei giudici di dichiarare le loro attività non professionali. Tale norma, secondo la Commissione, potrebbe essere in contrasto con il rispetto della privacy garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione. Le autorità di Varsavia, attualmente impegnate nell’organizzazione delle presidenziali a suffragio universale previste inizialmente per il 10 maggio prossimo, hanno due mesi per rispondere alla lettera formale della Commissione, ma non è il primo caso in cui l’Ue esprime delle perplessità riguardo al rispetto dello stato di diritto in Polonia. Il premier Mateusz Morawiecki ha ribadito più volte la posizione del governo polacco che considera di competenza nazionale le questioni relative all’ordinamento giudiziario di ogni Paese membro dell’Unione. Tuttavia, a Varsavia, i partiti dell’opposizione criticano aspramente la nuova impostazione dell’ordinamento giudiziario polacco e in segno di protesta, in questi giorni ha dato le sue dimissioni il primo presidente della Corte suprema polacca, Malgorzata Gersdorf.