C’è soddisfazione nella sede di Bruxelles della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) per “le misure proposte dall’Ue per i prossimi cinque anni nel campo della promozione globale dei diritti umani e della democrazia”, il documento che sostituirà il piano d’azione 2015-2019 ormai scaduto. Pilastri dell’azione saranno “la protezione e l’emancipazione delle persone, il rafforzamento della resilienza, della democrazia e dell’inclusione sociale, nonché il rilancio della cooperazione multilaterale e le sfide poste dalle nuove tecnologie”, sintetizza una nota Comece che esprime particolare soddisfazione per “l’ambizione dell’Ue di diventare un promotore globale più costruttivo ed efficace dei diritti umani, perseguendo un approccio comune e abbattendo tutti gli ostacoli tra le sue politiche interne ed estere”. Positiva è anche la considerazione delle “sfide poste dalla digitalizzazione e dai cambiamenti climatici”, nonché “l’approccio basato sui diritti umani alla governance della migrazione e alla prevenzione dei conflitti”, così come il rafforzamento della protezione delle comunità indigene e dei difensori dei diritti umani. Due le criticità rilevate: “manca di misure ambiziose per la promozione della libertà religiosa che dovrebbero essere garantite e protette in tutte le dimensioni, private e pubbliche, a livello individuale e collettivo”; e inoltre, nel settore delle imprese e dei diritti umani serve una legislazione che “garantisca la conformità delle loro azioni agli standard legali, sociali e ambientali lungo tutta la catena di approvvigionamento”.