“La chiusura delle scuole paritarie non è una scelta culturale degna di un Paese civile perché l’impoverimento dell’offerta formativa e la limitazione della libertà delle famiglie priva il Paese di quella sussidiarietà che è premessa ad ogni forma di integrazione sociale”. Lo denunciano le Conferenze dei religiosi e delle religiose in Italia (Cism e Usmi), alla luce dell’ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile, in una nota a firma di padre Luigi Gaetani, presidente della Cism nazionale, e madre Yvonne Reungoat, presidente di Usmi nazionale, indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Appellandosi alla “responsabilità sociale e al senso del bene comune, che è insito in ogni rappresentante di questo magnifico Paese che è l’Italia”, Cism e Usmi chiedono che “nessuno rimanga indietro”.
Ricordando che “la crisi parziale della scuola pubblica paritaria costerebbe allo Stato italiano oltre 2,4 miliardi aggiuntivi”, “più gli ammortizzatori sociali per i circa 40.000 lavoratori del settore”, padre Gaetani e madre Reungoat scrivono: “Non deve rimanere indietro nessuno. Ma a condizione che lo Stato definisca interventi specifici come l’erogazione di sussidi per l’iscrizione, la detraibilità integrale delle rette per l’anno 2020-2021, la detraibilità dalle tasse sugli immobili per quegli Istituti che, in una sorta di patto civico ed educativo, metteranno a disposizione della scuola pubblica statale, previo accordo tra le parti, parte dei propri immobili per poter garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche con le nuove regole del distanziamento sociale, in una contiguità istituzionale tra scuola pubblica e privata”.
E aggiungono: “Quanto stiamo vivendo non è una parentesi della vita, come se, cessata l’emergenza, tutto potrà riprendere come prima. Anche per la scuola, pubblica statale o paritaria che sia, nulla sarà come prima”. Di qui l’appello: “Confidiamo nei lavori della Camera dei deputati, dove verrà presentato il Decreto Liquidità, e della Camera del Senato, dove verrà presentato il Decreto Scuola. A tutti chiediamo un gesto di responsabilità. Siamo abitati da una profonda convinzione e una grande passione per l’educazione. Siamo convinti che il futuro della società dipenderà dalla nostra capacità di collaborare in una grande sinergia per dare alle nuove generazioni, secondo il desiderio delle famiglie, una educazione di qualità che li renderà cittadini capaci di aprire un orizzonte di speranza per l’umanità”.