“Caro presidente Conte, nella tempesta che sta flagellando il Paese ammetterà che stride nella ‘Fase 2’ dell’attuale emergenza, rivolta alla ripartenza graduale e del ripristino delle attività ‘secondo criteri che privilegino motivi di salute pubblica’ e ‘nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria’, trovare l’azzardo. In queste lunghe settimane in cui si chiedeva agli italiani di restare a casa con sacrifici economici e psicologici, spesso abbiamo sentito dire anche dai governanti che ‘nulla sarà come prima’, ‘cogliamo questa pandemia come una occasione di rinascita o conversione’, ‘la persona con la sua dignità e non il denaro torni al centro di tutto'”. Lo scrivono mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura “Giovanni Paolo II”, Attilio Simeone, coordinatore del Cartello “Insieme contro l’Azzardo”, Daniela Capitanucci, presidente onorario di And-Associazione Nuove Dipendenze, Rolando De Luca, presidente di Agita (Associazione per i giocatori d’azzardo e le loro famiglie), Marco Dotti per Vita, Carlo Cefaloni per Città Nuova e Francesco Naso per Slot Mob, rivolgendosi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per fermare la ripartenza dell’azzardo. Contestualmente, al fine di intraprendere una exit strategy, i firmatari della missiva danno la disponibilità per costituire un tavolo di lavoro e di confronto, finalizzato ad analizzare ogni aspetto economico, finanziario e di salute pubblica dell’attuale modello di offerta del gioco d’azzardo scientificamente ritenuto nocivo per la salute pubblica.
“Attribuire all’azzardo il requisito di attività essenziale, tanto da privilegiarne il ripristino rispetto alla scuola, non solo lo troviamo sbagliato sotto il profilo etico ma anche è soprattutto un errore di carattere sostanziale – spiegano nella lettera -. Lei sa benissimo che a fronte di poco più di 7 miliardi di euro di ricavi erariali, riprendere con l’azzardo, prima ancora di tutta la filiera produttiva ed educativa, significa incentivare la formazione di sacche imponenti di povertà, di riduzione alla fame di molte famiglie, di disperazione e anche di morte dei più fragili, indifesi e poveri”.
“Caro presidente, lei è davanti a un quasi mostruoso bivio – aggiungono i firmatari – : dovrà scegliere tra concedere davvero al Paese una opportunità di rinascita contribuendo alla formazione di un nuovo umanesimo, che metta al centro la dignità della persona, la vita, la speranza e la condivisione, oppure tornare a una economia di egoismi, sprechi, superflui, di spettacolarizzazione che si accompagnano al dio denaro”.
Essendo “l’azzardo è disumano oltre che incostituzionale”, i firmatari del documento chiedono che sia questo “il tempo di ridiscutere il sistema delle concessioni dell’azzardo alle grandi società commerciali. Scelta che ha incentivato il patologico fenomeno dell’azzardo di massa nel nostro Paese”.