“La fede cristiana, alimentata dalla pratica eucaristica, sostiene i grandi valori che il Vangelo porta con sé e che diventano decisivi per la società tutta. Orientano e sostengono il cuore del nostro popolo, che in questo difficile momento sente tutta la fatica a camminare insieme, a sperare, a guardare ancora avanti. Fattori indispensabili per un cammino sociale unitario, che la fede cristiana alimenta e ravviva sempre più! Perché ‘solo se nutriti dall’Eucarestia, possiamo nutrire!’”. Lo afferma mons. GianCarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, rispetto alla possibilità di celebrare la messa con il popolo, nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Questa richiesta non coincide con “la ricerca di privilegi. Perché ci sarà in tutte le comunità parrocchiali il massimo di attenzione e di prudenza, dal punto di vista sanitario, con tutte le attenzioni del caso”.
Anche “in relazione alla celebrazione dei funerali, fin qui vissuta nella semplice benedizione del feretro al cimitero, la forza nuova del gesto – precisa il presule – sta nella celebrazione dell’Eucarestia, in chiesa, con un piccolo numero di fedeli, certo, ma tutti confortati dalla presenza del Signore Gesù, il vincitore della morte ed alimento della nostra speranza, in tanta drammaticità reale”.
Auspicando che si possa tener conto di tutto questo, mons. Bregantini conclude: “Sempre abbiamo creduto alla fecondità del dialogo reciproco tra Stato e Chiesa, che crea ponti innovativi, carichi di futuro, poiché siamo cittadini e credenti”.