Nella sua riunione di ieri, 27 aprile, svoltasi in videoconferenza, il Consiglio permanente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) ha affrontato le questioni relative alla pandemia del Covid-19 e i suoi effetti sulla vita della Chiesa. “La pandemia si è profondamente radicata nella vita di tutti i giorni umana, sociale, economica e della Chiesa – è scritto nel documento pubblicato a firma del presidente, mons. Georg Bätzing –. Innanzitutto, vorremmo ringraziare coloro che sono in prima linea per curare i malati e i morenti: medici, infermieri, cappellani ospedalieri, volontari ospedalieri e impiegati nella pastorale telefonica”. I vescovi hanno anche ringraziato “tutti coloro che hanno reso possibile attraverso la televisione, la radio e internet – specialmente nei giorni di Pasqua – la trasmissione dei servizi”. Nell’analisi è evidenziato il lavoro congiunto con il governo federale e dei vari lander per la ripresa delle celebrazioni pubbliche: “Riteniamo che il divieto delle celebrazioni liturgiche sia ragionevole e responsabile nella situazione delle ultime settimane”. I vescovi hanno sottolineato che “la pandemia del coronavirus non è solo un’emergenza medica, ma porta anche a una crisi economica e sociale che solleva questioni socio-etiche che dobbiamo affrontare a lungo termine”.
In questo è forte la preoccupazione per le istituzioni scolastiche. E ci sarà una riduzione della Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica. Sarà un percorso doloroso, quello che verrà affrontato, dicono i vescovi: “Dovremo valutare ciò che possiamo ancora fare finanziariamente come Chiesa e ciò a cui dobbiamo dire addio”. Ma, assicurano, “non lasceremo nessuno da solo”.