Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “la forza di Gesù è l’amore e dalla croce ci insegna cosa significa perdonare”

“La forza di Gesù è l’amore e dalla croce Gesù ci insegna cosa significa perdonare”. Questa la riflessione con cui il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana, ha concluso la recita del Rosario, trasmesso in diretta streaming dalla basilica di San Pietro in tempo di pandemia. Introducendo i Misteri del Dolore, il card. Comastri ha evidenziato che “la chiave di lettura della Passione di Gesù è l’amore”. Ha quindi ricordato che “il card. Newmann, dichiarato santo da Papa Francesco lo scorso anno, diceva che soltanto un infinito amore poteva accettare e sopportare questa passione per amore degli uomini: quanto è vero!”. Ha quindi pregato: “O Gesù mi fermo pensoso ai piedi della tua croce, anch’io l’ho costruita con i miei peccati. Signore tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l’abbraccio del Padre, che tanto mi manca. Tu sei il volto della bontà e della misericordia. Dentro di me c’è egoismo, vieni con la tua sconfinata bontà”. Introducendo il secondo Mistero ha parlato di “Gesù crudelmente flagellato, secondo l’usanza dei Romani, che non prevedeva limite di colpi”. “Dio – ha detto il card. Comastri – si è lasciato flagellare per dare una svolta alla nostra storia, attraverso la terapia dell’amore, che è la terapia che segue Dio”. Al termine del secondo Mistero, il card. Comastri ha pregato: “Signore Gesù, Tu sei entrato nella storia umana e l’hai trovata ostile a Te. Non ci hai aggredito, ma di sei lasciato aggredire da noi”. E ancora: “Restituiscici la statura di piccoli, ma infinitamente amati da Te. Cambia il nostro cuore!”. Gesù che viene coronato di spine è al centro del terzo Mistero. “Per leggere questo Mistero – ha sottolineato il porporato – dobbiamo ricordare le parole che Gesù disse a Pilato: ‘Io sono re, ma il mio regno non è di questo mondo’. Nel regno di Dio ci sono i buoni, i miti, i misericordiosi. Con la passione di Gesù è stata messa la premessa sicura di questo Regno”.
Introducendo il quarto Mistero, il card. Comastri ha sottolineato la figura di Simone di Cirene: “Che grazia grande ebbe quell’uomo. Anche noi possiamo fare la sua stessa esperienza. Chi non ha accanto uno che porta la croce? Se lo vogliamo, possiamo anche noi diventare un Simone di Cirene”. Al termine del Mistero ha pregato: “Signore Gesù, si sta spegnendo l’amore e il mondo diventa freddo, inospitale e invivibile. Spezza le catene che ci impediscono a correre verso gli altri. Il benessere ci sta disumanizzando. Quante vittime fa l’egoismo, forse più del virus. Liberaci dalla decadenza dell’egoismo e sentiremo subito un’invasione di gioia nel cuore”. Ha quindi introdotto il quinto Mistero, in cui si contempla Gesù crocifisso in croce. “Dalla croce di Gesù partono solo sprazzi di luce, che fanno scuola”. Il card. Comastri ha portato due esempi: santa Maria Goretti, che prima di morire ha perdonato il suo assassino, e Giovanni Paolo II, che ha perdonato Ali Agca che gli ha sparato a piazza San Pietro. “Questo è il cristianesimo, così vince il cristianesimo, con il perdono che nasce dal perdono di Cristo in croce”. Infine, dopo il quinto Mistero, l’invocazione a san Michele arcangelo.

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