Con l’approvazione ufficiale dell’Ordine Domenicano, l’Unesco – in stretta collaborazione con le autorità competenti – sta per avviare la stabilizzazione e il restauro della chiesa conventuale di Nostra Signora dell’Ora a Mosul. Il progetto partirà con la pulizia del sito e con tutti i rilevamenti necessari in vista della effettiva esecuzione dei lavori e, si legge in un comunicato dell’Unesco, fornirà un’opportunità unica di ‘formazione lavoro’ per i professionisti e gli artigiani locali. È questo, infatti, uno degli aspetti più significativi del programma che mira anche allo sviluppo delle capacità a lungo termine delle maestranze locali. La chiesa si trova nel cuore della città vecchia di Mosul, all’incrocio delle due strade principali che tagliano lo storico centro urbano. Costruita alla fine del XIX secolo, è sempre stata considerata una delle icone della città vecchia. Centro di molte attività spirituali, culturali ed educative, la chiesa, di grande valore storico e architettonico, è stata un esempio vivente della fratellanza tra gli abitanti della città irachena. Colui che arriva da Ninive o da Al-Farouq Street vede apparire davanti a sé il minareto di Al-Hadba e il campanile della chiesa che sono la memoria e la storia della popolazione locale e cifra emblematica della diversità culturale e della convivenza pacifica tra le sue comunità. Il progetto è finanziato dagli Emirati Arabi Uniti, all’interno del più vasto programma denominato “Reviving the Spirit of Mosul by rebuilding its historic landmarks” (Ravvivare lo spirito di Mosul ricostruendo i suoi monumenti storici), che comprende anche la chiesa siro-cattolica di Al Tahera e il complesso della moschea di Al Nouri.
“Se la parte centrale del progetto è finanziata dagli Emirati Arabi Uniti, in seguito alla visita di Papa Francesco ad Abu Dabi – dichiara al Sir padre Olivier Poquillon, parroco latino per gli stranieri in nord-Iraq e incaricato per il progetto dei padri domenicani – un’altra tranche del programma è sostenuta dall’Ue che ha recepito i suggerimenti formulati a suo tempo dalla Comece, la Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea, nel suo contributo alla strategia europea per l’Iraq: offrire opportunità di lavoro e di futuro economico a tutti i componenti della popolazione. Un progetto ancora più importante in questo tempo di pandemia in cui il lavoro è una fonte di sussistenza importantissima. Il nostro convento, in base a questo progetto dell’Unesco, dovrebbe diventare centro di un programma di formazione professionale. Oltre alla sua dimensione spirituale si mira anche a rilanciare attività congiunte in campo culturale e sociale”. In questo modo, si legge ancora nel comunicato dell’Unesco, “si promuove la riconciliazione e la coesione sociale nella città irachena. Il restauro della chiesa conventuale di Nostra Signora dell’Ora è importante non solo per il suo valore culturale, ma anche come testimonianza della diversità della città, orgoglioso crocevia di culture e rifugio pacifico per diverse comunità religiose nel corso dei secoli”.