“In un periodo di sofferenza globale, di timore diffuso, di smarrimento sociale in cui è importante operare nella costruzione di un nuovo sentiero di solidarietà, di rispetto e di attenzione al bene comune, episodi del genere rappresentano un’ulteriore ferita allo spirito di una comunità”. Lo evidenzia mons. Ciro Fanelli, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, commentando i danni causati, nei giorni scorsi, da un incendio all’Istituto comprensivo Berardi-Nitti. “L’evento – sottolinea il presule – colpisce per la modalità con la quale si è consumato, poiché emerge la volontà degli attuatori di voler danneggiare e perfino ‘schernire’ l’istituzione scolastica. Colpisce altresì per il particolare momento storico che stiamo attraversando”.
Secondo il vescovo, “la scuola resta un baluardo nella costruzione di una comunità umana nuova e viva; pertanto, l’offesa ricevuta non deve assolutamente deprimere, seppur aggrava una situazione già complessa per gli operatori dell’istruzione e dell’educazione”. Di qui l’invito a “ripartire e ricostruire in sinergia con le istituzioni e le agenzie educative della comunità, per far comprendere con messaggi nuovi ed inclusivi che la scuola è patrimonio indispensabile per tutte le persone, soprattutto per gli ultimi”. E, a “un messaggio distruttivo”, “occorre che la comunità risponda con messaggi d’amore. Come ci ricorda san Giovanni Bosco, ‘chi ama educa’; la scuola deve contribuire a suscitare la speranza, dal momento che educare significa amare il futuro, e a testimoniare l’amore, perché educare è una scelta del cuore e solo chi ama educa. La scuola è sinonimo di apertura alla realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. La scuola ci insegna a capire la realtà e a ragionare sul modo di rispondere alle complessità del momento”.
Mons. Fanelli conclude: “La scuola e la Chiesa sono naturalmente alleate nella costruzione degli ideali che modelleranno il mondo futuro; è perciò importante comprendere insieme attentamente i mutamenti in atto, coglierne le sfide ed è necessario alimentare lo slancio e la passione verso l’impegno, alto e decisivo, di formare, anche oggi, la persona nella sua integralità”.