“L’Eucaristia è ora necessaria più che mai. Chiedo a Dio e ai responsabili che riprenda presto”. È l’appello lanciato dall’arcivescovo Ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, durante la messa celebrata ieri pomeriggio a Roma nella cappella dell’Ordinariato e trasmessa via social, prima che venisse reso noto il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che esclude la possibilità di celebrare la messa con il popolo. Decreto che ha subito provocato la dura reazione dei vescovi italiani che, si legge in una nota della Cei, “non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”. “La messa – ha rimarcato mons. Marcianò – è memoria viva del sacrificio, della morte e risurrezione di Gesù, che ci salva camminando con noi, condividendo il cammino”. Serve, dunque, “ritrovare il valore di un sacramento che, come ha detto Papa Francesco, non si può ‘viralizzare’, vivere on line”. “Dopo tante settimane, si inizia a guardare avanti, seppur con smarrimento, quasi ricominciando a camminare dopo lunga immobilità. E ricominciare – ha sottolineato l’arcivescovo castrense – significa non disperdere l’essenziale ritrovato ma ritrovare l’essenziale che è mancato. Ci è mancata la messa! Lo abbiamo capito meglio: senza l’Eucaristia non possiamo vivere!” Passando in rassegna i momenti che compongono la messa, mons. Marcianò ha parlato della Consacrazione come del momento in cui “Gesù prende dimora dei nostri cuori, spezzati dalla pandemia e da altre tragedie, egoismi, individualismi che frammentano l’umanità, nei conflitti personali e nei conflitti armati. Lui si spezza per riunirci, per far sì che noi non ci lasciamo spezzare dal peccato, smembrare dal demonio che divide”. “La rinascita di oggi – ha concluso – verrà da cuori che si spezzano per amore, capaci di vedere e donarsi ai tanti cuori spezzati dal dolore della malattia o della separazione, come pure dalla povertà crescente e allarmante; verrà da cuori resi eucaristici dalla presenza di Gesù”.