Sabato 25 aprile si è tenuta in video-conferenza la riunione del Consiglio nazionale di Aibi-Amici dei Bambini, che, come ricorda una nota diffusa oggi, non ha voluto rinunciare a riunire la propria ossatura fondante, nonostante le difficoltà provocate dalle vigenti misure di contenimento per l’emergenza coronavirus. Numerosi sono stati i rappresentanti e i volontari di Aibi che, da tutta Italia, si sono collegati per confrontarsi su prospettive e progetti anche in una fase segnata da comprensibili difficoltà.
“La nostra organizzazione – ha spiegato il presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini – ha provveduto fin dagli albori dell’emergenza a una rapida riorganizzazione interna, in modo da erogare alle famiglie che si avvicinano al mondo dell’accoglienza tutti i servizi formativi e informativi necessari a distanza. Lo abbiamo fatto con la campagna ‘#Iorestoacasa con Amici dei Bambini’. Non solo, ma proprio per l’emergenza abbiamo lanciato una campagna dedicata per sostenere le nostre comunità per l’infanzia in difficoltà in Italia, situate nelle zone più colpite dalla pandemia, e il nostro staff che in Asia, Africa e Sud America collabora con gli istituti che accolgono minori”. Ma, ha spiegato Griffini, “questo è solo l’inizio. Come movimento ci stiamo infatti preparando a lanciare nuovi progetti e iniziative per sostenere le famiglie. Gli argomenti sui quali noi famiglie adottive siamo infatti chiamate a confrontarci per il bene dei nostri figli saranno principalmente due: evidenziare gli eventuali ostacoli che si sono incontrati nel nostro percorso pre adottivo e post adottivo per individuare eventuali criticità e lavorare sulla fase post-adottiva. Lavorare cioè sul periodo che viene dopo i primi mesi o anni di accompagnamento per affrontare problematiche che possono sorgere più o meno all’improvviso con l’entrata dei figli nel periodo adolescenziale o post adolescenziale”. Per fare questo, ha concluso, “per riuscire a dare un servizio a noi stessi e anche alle future famiglie adottive c’era necessariamente il bisogno di confrontarci. Il coronavirus non ferma l’accoglienza, anzi, come diciamo ormai da qualche tempo, l’#Accoglienzanonsiferma!”.