Anche nel fine settimana la situazione, a Manaus, si è confermata in tutta la sua gravità, che va oltre i dati ufficiali, che parlano di circa 4mila casi e di circa 250 morti nello Stato di Amazonas, la maggioranza dei quali proprio a Manaus. Tuttavia, secondo il quotidiano O-Globo, nelle ultime due settimane si sono verificate nella metropoli, in tutto, 1.249 sepolture con una media di 89 al giorno, e solo nell’ultima settimana le inumazioni sono state 802, 114 ogni 24 ore. Le stesse casse da morto stanno ormai scarseggiando.
Preoccupazione anche a livello ecclesiale, con diversi operatori pastorali contagiati e un sacerdote di 41 anni ricoverato in gravi condizioni. Sul fatto che i decessi siano di più di quelli ufficiali, arriva una conferma da don Roberto Bovolenta, missionario fidei donum della diocesi di Treviso: “Ci sono persone che muoiono di patologie riconducibili al Covid-19 in ospedale e si parla di polmonite, ma i famigliari non vogliono che sia scritto nell’attestato di morte ‘per Covid-19’. Negli atti ufficiali la causa del decesso è ‘parada cardíaca sistêmica’, in pratica che il cuore si è fermato. Persone che fino a qualche giorno prima stavano bene, ci sono casi accaduti nei quartieri in cui viviamo”. In questo contesto, “è consolante vedere la vicinanza del nuovo arcivescovo, dom Leonardo Steiner, che contatta a uno a uno i sacerdoti e cerca con loro un dialogo diretto”.