Con un verdetto chiaro (6 giudici a 0) la Corte suprema federale del Brasile ha respinto il all’Azione diretta di incostituzionalità − ADI 5581 −, incentrata sulla possibilità di depenalizzazione dell’aborto nel caso che la gestante abbia contratto il virus Zika. Il ricorso era stato presentato dall’Associazione nazionale dei difensori pubblici (Anadep). Il processo era stato rinviato nel maggio dell’anno scorso, dopo la pressione di numerosi movimenti a favore della vita.
Si respira soddisfazione nella Chiesa brasiliana e nei movimenti pro-vita. “Tuttavia, non possiamo farci ingannare nel pensare che questa sia un’organica opzione pro-vita – spiega attraverso una breve di dichiarazione al Sir dom Ricardo Hoepers, vescovo di Rio Grande e presidente della Commissione Vita e Famiglia della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile −. Si tratta, piuttosto, di una decisione presa per non intraprendere una strada diversa e incoerente rispetto a quella iniziata. Abbiamo ancora vari ricorsi, a partire dall’iniziativa 442 ADPF, che si occupano esclusivamente della depenalizzazione dell’aborto e di altre linee guida contro i valori della famiglia, che saranno presto affrontate e che sono all’ordine del giorno del Supremo tribunale federale. Manterremo la vigilanza in difesa della vita e dei valori cristiani patrimonio della maggior parte delle famiglie brasiliane”.