Coronavirus Covid-19: Bove (Fondazione Sacra Famiglia), “vorremmo si parlasse dei malati che stiamo salvando. Eroi anche i nostri medici e infermieri”

“Prima invisibili e abbandonati, oggi inquisiti”; eppure “anziché sentir parlare di quelli che ‘stiamo ammazzando’, vorremmo si parlasse di quelli che stiamo salvando”. Nell’intervista al Sir non usa giri di parole don Marco Bove, presidente della Fondazione Sacra Famiglia che accoglie adulti e anziani con fragilità fisiche, psicologiche e sociali. “Anche noi – spiega – abbiamo un fascicolo aperto alla Procura di Milano. Siamo indagati sulle strutture di Cesano Boscone, Settimo milanese e Cocquio Trevisago (Varese)”. Complessivamente 23 sedi  – in Lombardia ma anche in Liguria e Piemonte – con quasi 2.000 ospiti residenziali: circa 350 anziani e 1.600 persone con disabilita gravi e gravissime.
Ad oggi, prosegue, “nelle due Rsa e nelle 8 Rsd di Cesano abbiamo avuto 33 persone contagiate e due decedute. Nella sede di Cocquio Trevisago sono morte 5 persone, 22 a Settimo milanese”. Bove evidenzia la difficoltà fin dall’inizio di avere mascherine e Dpi – “Ci siamo trovati a vedere bloccati alla frontiera tutti i dispositivi che avevamo ordinato all’estero” – e la mancanza di linee guida specifiche per Rsa e Rsd, emanate dal ministero della Salute “solo il 17 aprile”.  Ma la Sacra Famiglia non aveva perso tempo e già dallo scorso 24 febbraio si è dotata di proprie linee guida interne (arrivate oggi alla nona edizione): chiusura di centri diurni e ambulatori e stop alle visite dei familiari; adozione dei Dpi che era possibile procurarsi; elaborazione, “con la consulenza di epidemiologi, pneumologi, cardiologi e geriatri” di “un protocollo, anche dal punto di vista farmacologico, che si sta rivelando l’approccio più corretto”. “L’attività per proteggere gli ospiti e prendersi cura di loro prosegue in modo serio, professionale e ineccepibile grazie all’abnegazione del personale. Anche i nostri medici e infermieri sono eroi”, assicura Bove. Di qui l’auspicio, nell’attesa che la magistratura faccia luce sui fatti, di un ribaltamento di prospettiva: “Anziché sentir parlare di quelli che ‘stiamo ammazzando’, vorremmo si parlasse di quelli che stiamo salvando”.

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