“Di fronte all’esplosione e al rapido precipitare della situazione in Lombardia le scelte operate sono state, comprensibilmente, quelle di concentrare tutti gli sforzi sulle terapie intensive e l’attività svolta dagli ospedali” ma questo “ha fatto passare le nostre realtà in secondo piano: ci siamo trovati a dover affrontare questo impatto violento sostanzialmente da soli”. Lo racconta in un’intervista al Sir don Enzo Barbante, presidente della Fondazione Don Gnocchi – 29 strutture residenziali in 9 regioni con 3.700 posti letto, 7 Rsa e 4 Rsd – in queste settimane al centro, insieme ad altre strutture per anziani e disabili, delle indagini della Procura di Milano per l’elevato numero di decessi degli ospiti. Nell’occhio del ciclone il Centro Palazzolo a Milano dove Barbante riferisce di 150 decessi in due mesi, “ma non tutti dovuti a Covid-19”. Ripercorrendo l’emergenza, il presidente della Don Gnocchi parla della difficoltà, fin dall’inizio, di avere mascherine, dispositivi di protezione individuale (Dpi) e tamponi, e aggiunge che nella fase iniziale, con gli ospedali in affanno, “quando i medici dovevano decidere chi intubare e chi no, se noi chiamavamo il 112 per chiedere il ricovero di nostri pazienti, conosciuta la loro età non li accettavano”. Con riferimento alla contestata delibera regionale dell’8 marzo, che dava la possibilità alle Rsa di ospitare pazienti positivi al coronavirus dimessi dagli ospedali e potrebbe essere la causa dei contagi in queste strutture, Barbante precisa: “Avendo al Palazzolo una struttura che poteva garantire assistenza dal punto di vista respiratorio, ci hanno ‘chiesto’ tra virgolette, e per favore sottolinei il ‘tra virgolette’, di mettere a disposizione posti letto per ospitare pazienti Covid-19. Ne abbiamo accolto qualcuno in uno spazio del tutto separato dalla Rsa, con ingressi e percorsi distinti, ed anche il personale medico, offertosi volontario, era dedicato solo a questi pazienti, senza alcun contatto con gli altri operatori”. Nella Rsa, “il virus è stato portato da personale probabilmente positivo ma che ha passato il triage perché asintomatico”.