“La pandemia non dovrebbe essere una scusa per far morire gli esseri umani nel mar Mediterraneo”: il monito arriva oggi dal segretario generale della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), Barrios Prieto, che invoca “un meccanismo di solidarietà concordato tra gli Stati membri dell’Ue”, per rispondere alle situazioni di emergenza dei migranti in mare. La Comece “condivide le preoccupazioni della Conferenza episcopale maltese sul destino di 47 persone bloccate per giorni su una nave di salvataggio di una ong” e poi riportate in Libia. “I porti libici non sono sicuri”, afferma padre Prieto, e spesso le persone sono “sottoposte a torture, violenze e trattamenti disumani quando vengono riportati in Paesi da cui si sono imbarcati”. Quindi l’Ue “dovrebbe sostenere gli Stati membri nel garantire lo sbarco rapido e sicuro dei migranti e dei richiedenti asilo nel porto europeo sicuro più vicino”, come per altro previsto dal Comitato per la sicurezza marittima dell’Organizzazione marittima internazionale. “Nonostante le difficoltà che la pandemia di Covid-19 sta generando in tutti gli Stati membri dell’Ue, i principi umanitari devono continuare a valere” e “nessuno dovrebbe essere lasciato indietro, nemmeno i migranti in una nave di salvataggio”.