In Yemen nelle due settimane di cessate il fuoco sono morti o rimasti mutilati almeno 38 civili, tra cui 11 bambini. Le parti in guerra non sono riuscite a deporre le armi neanche in piena pandemia globale né dopo l’annuncio del primo caso positivo di Covid-19. È l’allarme lanciato oggi da Save the Children. Con solo la metà delle strutture sanitarie perfettamente funzionanti, la disponibilità di 700 letti in terapia intensiva e di 500 ventilatori in tutto il Paese, il Coronavirus è un ulteriore rischio per il quale lo Yemen non è senza dubbio preparato. “È estremamente deludente che le parti in guerra non riescano a deporre le armi nemmeno per due settimane per respingere la minaccia più imminente che lo Yemen sta affrontando: una possibile epidemia di Covid-19. Ciò dimostra una completa mancanza di volontà politica da parte di tutti i soggetti coinvolti in questo terribile conflitto, per il quale i civili pagano il prezzo più alto giorno dopo giorno”, ha dichiarato Xavier Joubert, direttore generale in Yemen di Save the Children. Appena un giorno dopo l’annuncio del cessate il fuoco, nel Paese è stato confermato il primo caso di Covid-19. Oltre alla violenza, alle malattie, alla malnutrizione e alle recenti gravi inondazioni, che rappresentano un ulteriore rischio per la salute, in quanto possono causare focolai di malattie come il colera e la febbre dengue, gli yemeniti affrontano ora la possibile diffusione del Coronavirus. “Stiamo lavorando duramente sul campo per supportare le comunità in questi tempi difficilissimi – prosegue Joubert –, ma non si può combattere un virus mentre si è sotto attacco o rifornire un ospedale quando le strade vengono sistematicamente colpite. Come ci si può aspettare che le famiglie raggiungano una struttura sanitaria o acquistino prodotti per l’igiene quando temono per la propria vita in strada? Chiediamo a tutte le parti di attuare e rispettare al più presto il cessate il fuoco, in modo che il popolo yemenita possa concentrare le proprie energie sulla prevenzione dell’epidemia. Il cessate il fuoco dovrebbe, poi, servire per lavorare a una pace sostenibile e a una soluzione politica a questa guerra. È l’unico modo per porre veramente fine a questa crisi umanitaria”.