Coronavirus Covid-19: 65 Ong, “settore tessile riveda sistema produttivo perché sia equo e sostenibile”

Mentre, nei prossimi mesi, la Commissione europea è pronta ad iniziare a sviluppare una nuova “Strategia globale per il settore tessile”, un gruppo di 65 organizzazioni della società civile ha esposto la sua visione per il settore globale del tessile, dell’abbigliamento, della pelle e delle calzature, proponendo una serie di azioni (legislative e non) che l’Unione europea può intraprendere per catene di produzione più eque e sostenibili. Il gruppo – un’ampia coalizione di attivisti per il commercio equo e solidale, i diritti umani e dei lavoratori, la protezione dell’ambiente e la trasparenza – invita la Commissione europea, i deputati del Parlamento europeo e i governi degli Stati membri ad avviare “una riprogettazione globale del modello di business dell’industria tessile per il mondo post-coronavirus”. Gcap Italia ha inviato, con la campagna Abiti Puliti, Fair ed Equo e Garantito, una lettera al governo, ai membri del Parlamento e alla task force sul Covid-19, per chiedere un impegno della politica a favore della Strategia globale per il settore tessile. L’Ue dovrebbe infatti “marcare con vigore la trasformazione verso una economia giusta e sostenibile”. Focsiv ha collaborato con Gcap Italia, la campagna Abiti Puliti, Fair ed Equo e Garantito, all’invio di questa lettera.Anche Giorgio Armani ha scritto una lettera al settore produttivo, sostenendo che è “immorale lavorare così”. La visione della società civile contiene, tra l’altro, le seguenti raccomandazioni: “Garantire che le aziende siano legalmente obbligate ad assumersi la responsabilità non solo delle proprie attività, ma dell’intera catena di fornitura, approvando una legge Ue sulla ‘due diligence’ in tutti i settori, con requisiti specifici per il settore; norme ambientali più severe che contemplino il modo nel quale i prodotti tessili venduti nell’Ue sono progettati e prodotti, la responsabilità legale e finanziaria dei produttori anche quando i loro prodotti diventano rifiuti, nonché misure significative per promuovere la trasparenza; garantire che i grandi marchi e i dettaglianti siano legalmente obbligati ad onorare i contratti e a porre fine alle pratiche di acquisto sleali”.

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