“Gesù crocifisso, è finita l’illusione di una felicità senza Dio, torniamo a Te, abbi pietà di noi, poveri e peccatori, specialmente in questo particolare momento”. Questa la preghiera con cui il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana, ha concluso oggi la recita del Rosario trasmesso in diretta streaming dalla basilica di San Pietro in tempo di pandemia. “Gesù crocifisso – ha detto il porporato – soltanto Tu non ci ingannerai mai. Tu ci dici che il Tuo amore è vero, sincero, irrevocabile. Gli occhi dei nostri anziani Ti hanno cercato nei giorni faticosi della loro vita e in Te hanno trovato consolazione”.
Introducendo i Misteri del Dolore, il card. Comastri ha ricordato che “la chiave di lettura della Passione di Gesù è l’amore”. “Questo amore – ha sottolineato – attraversa tutta la nostra storia e arriva oggi a bussare alla nostra porta”. “Con i peccati ci facciamo del male e Dio vuole il nostro bene – ha detto il porporato, introducendo il primo Mistero –. La sua reazione è la misericordia, che è più grande dei nostri peccati”. Ha quindi pregato: “O Gesù mi fermo pensoso ai piedi della tua croce, anch’io ho contribuito a costruirla con i miei peccati. Il figliol prodigo da salvare è ciascuno di noi. Concedici il dono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, la pace con Te e la gioia in Te”. Al termine del secondo Mistero, il card. Comastri ha ricordato che Gesù si è calato in tutto e per tutto nella storia degli uomini: “Signore Gesù, Tu non ci hai aggredito, Tu sei entrato nella storia umana e l’hai trovata ostile a Te, ribelle a Dio, impazzita a causa della superbia, che fa credere all’uomo di avere una statura grande come la sua ombra. Curaci con la Tua pazienza e con il Tuo perdono, riempi il nostro cuore con la Tua bontà”.
Introducendo il terzo Mistero, il porporato ha sottolineato che “Dio è umiltà”. “Madre Teresa – ha detto – ricordava spesso che il Creatore è umile e le creature sono orgogliose. Questo ci dice che la massima distanza tra Dio e noi è l’orgoglio”. Al termine del Mistero, il cardinale ha affermato che “il pianto delle donne di Gerusalemme inonda di pietà il cammino di Cristo verso la croce e ci ricorda che siamo tutti figli usciti dall’abbraccio di una madre”. “Il pianto – ha proseguito il cardinale – deve tracimare in amore che educa, in fortezza che guida, in severità che corregge, in dialogo che costruisce, in presenza che parla. Il pianto deve impedire altri pianti”.
Un invito a farsi prossimo di chi soffre è arrivato nell’introduzione del quarto Mistero. “Quando si soffre – ha detto il card. Comastri – è decisivo avere accanto una persona che ci vuole bene. Chiediamoci: accanto a me c’è qualcuno che porta la croce, che aspetta una mia parola, un mio conforto? Se posso, lo devo fare subito”. A conclusione del quarto Mistero del Dolore, il porporato ha pregato: “Signore Gesù, si sta spegnendo l’amore e il mondo diventa freddo, inospitale, invivibile. Spezza le catene che ci impediscono di correre verso gli altri. Aiutaci a ritrovare noi stessi nella carità. Signore Gesù, il benessere ci sta disumanizzato e il divertimento sta diventando una droga. L’egoismo uccide più del virus: liberaci dalla decadenza dell’egoismo e troveremo subito la gioia di vivere e di cantare insieme a Maria”. Introducendo il quinto Mistero, il card. Comastri ha sottolineato che “Gesù muore per puro amore e da quel momento un fiume di misericordia attraversa la storia e bussa al cuore di tutti, aspettando la nostra risposta”. Infine, dopo il quinto Mistero, l’invocazione a san Michele arcangelo.