“Non è necessario mettere le nostre mani sulle ferite di Gesù, ma su quelle di tanti corpi feriti, di tante persone malate e indebolite, di tanti poveri, che incontriamo sulla nostra strada: sono loro che ci offrono la possibilità di incontrare il Signore Risorto. La vittoria sulla nostra incredulità e sulla incredulità del mondo inizia proprio da qui: ascoltare il Vangelo di Pasqua e toccare le ferite del corpo di Gesù, ancora piagato in tanti uomini e donne vicini e lontani da noi. È da qui che nasce la gioia della Pasqua. E noi, questa gioia, la vogliamo sperimentare”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, card. Gualtiero Bassetti, nell’omelia pronunciata durante la messa per la Domenica della Divina Misericordia che ha presieduto nella cappella di Sant’Onofrio della cattedrale.
Il porporato ha introdotto la sua riflessione raccontando la sua recente esperienza nel visitare “due luoghi dove, per motivi diversi, la sofferenza umana è più acuta e più forte: l’Ospedale della Misericordia di Perugia e il Carcere di Capanne”. “Ho benedetto l’ospedale, quel luogo santo dove la Croce del Signore è così viva e presente. Poi il carcere, che ti si presenta con i suoi recinti, le sue mura e con 430 persone fra uomini e donne più coloro che sono addetti ad accudirli e alla vigilanza. Un’altra valle di lacrime, di solitudine”, ha raccontato Bassetti, sottolineando come “la vita per i carcerati si è fatta ancora più pesante: non ci sono più le visite dei parenti, non sono accordati i permessi, è terminato anche quel po’ di lavoro che almeno teneva alcuni occupati. Ma il Signore mi ha fatto sperimentare che ovunque sbocciano fiori di bontà”.
Poi ha riportato un episodio che lo “ha profondamente commosso, e che si presta – ha sottolineato –, a modo di esempio, ad essere un buon commento al brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato, dove si parla di comunione fraterna e di condivisione dei beni, come avveniva nella primitiva comunità cristiana. I detenuti si sono impegnati a fare una colletta per i malati dell’Ospedale: uno di loro, che aveva sul suo conto corrente tre euro, ne ha dati due. È un miracolo di bontà che si commenta da solo”. Ricordando che la seconda Domenica del tempo di Pasqua, “per volontà del Santo Papa Giovanni Paolo II, è anche la domenica della Divina Misericordia”, il cardinale ha esortato: “Invochiamola per noi e per tutta la società, e ringraziamo il Signore per aver ispirato la Beata Madre Speranza di Gesù a costruire quel grande santuario di Collevalenza che, della Misericordia divina, è evidente espressione”.