“A cominciare dai primi giorni della Settimana Santa, osservando lo stato della reliquia della Sacra Spina, ho notato che manifestava una colorazione diversa dal solito e, in particolare, che stesse diventando alquanto più chiara”. Lo scrive il vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, nella sua riflessione in cui annuncia una variazione cromatica sulla Sacra Spina, ritenuta reliquia della corona di Gesù Cristo, custodita nella cattedrale di Andria. “In questo tempo, in cui tutte le chiese sono tenute chiuse per motivi di sicurezza sanitaria, compresa la cattedrale dove la reliquia viene custodita, ho ritenuto di trasferirla nella cappella privata dell’episcopio nella quale celebro quotidianamente la Messa e vivo momenti di preghiera in varie ore della giornata”, riferisce il presule. Che rivela: “In un primo momento, ho ritenuto di tenere per me la cosa, temendo che si trattasse di una suggestione mia personale. Solo per caso riferendo questa mia impressione ai miei più stretti collaboratori, con cui condivido alcuni momenti di preghiera nella cappella, essi mi hanno riferito di aver notato la stessa cosa”.
Le osservazioni effettuate anche da alcuni sacerdoti e da due medici sono riportate in cinque verbali redatti dal vescovo e in una cronistoria. Atti depositati nell’archivio dell’episcopio. “Sono consapevole che il fenomeno osservato quest’anno sulla Sacra Spina sia stato meno appariscente rispetto ai segni prodigiosi verificatisi negli anni precedenti – aggiunge il vescovo – e che per di più, considerate le attuali restrizioni governative messe in atto per limitare il contagio del virus, non si è avuta la possibilità che fosse adeguatamente osservato dal clero e dai fedeli”. Nelle parole di mons. Mansi anche la consapevolezza che “il segno è avvenuto al di fuori della coincidenza del Venerdì Santo”. “Ponendoci allora con spirito di fede e umiltà dinanzi a quanto verificatosi quest’anno sulla Sacra Spina, comprendiamo che il Signore non ci abbandona – conclude –, ma in modo particolare ha voluto manifestare la sua vicinanza in quest’ora di prova che, come Chiesa e come mondo, stiamo vivendo avvolti dalla preoccupazione e dalla paura”.