Un documento di grande novità e importanza, che segue di pochi giorni l’invito del Papa, nella lettera ai movimenti sociali, per un salario universale. Il riferimento è al Manifesto, sull’emergenza coronavirus, stilato da circa 150 leader politici cattolici di 16 Paesi latinoamericani, e il giudizio arriva, in un’intervista al Sir, da Guzmán Carriquiry Lecour, vicepresidente e segretario esecutivo emerito della Pontificia Commissione per l’America Latina (Cal), uno dei firmatari del Manifesto e promotore, assieme al Celam, di una serie di incontri di politici cattolici negli anni scorsi. “Questo Manifesto – afferma è un fatto inedito di grande valore. Ricordo molto bene le parole di Papa Benedetto, nel suo discorso inaugurale alla V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano ad Aparecida del 13 maggio 2007, quando si domandava come poteva essere che in un continente come l’America Latina fosse ridotta e scarsamente incisiva e coerente la presenza dei cattolici negli ambiti della politica, delle università e delle comunicazioni sociali. Il documento conclusivo di Aparecida, nella cui redazione il cardinale Jorge Mario Bergoglio giocò un ruolo molto importante, riprese espressamente quella domanda. Dopo anni di diaspora, ad eccezione di alcuni importanti testimoni, questo Manifesto costituisce un fatto di grande novità, portata e speranza. Infatti, esso ha trovato l’adesione di personalità cattoliche impegnate in varie responsabilità e provenienti da diverse posizioni, ha reso testimonianza di unità e di comunione. Sottolineo ancora che si tratta di un’iniziativa di laici cattolici, in un continente Papa Francesco ha parlato spesso di ‘clericalismo’, e di personalità che provengono da numerosi Paesi, come per indicare che nessuno si salva da solo e che c’è bisogno più che mai della cooperazione e integrazione in seno alla Patria Grande latinoamericana”.