“Aumenta l’età media della comunità cristiana in Siria e in Iraq e con essa anche il rischio di contrarre il Covid-19. Ad aggravare la situazione i sistemi sanitari precari. Qualora il coronavirus si diffondesse ulteriormente potrebbe provocare una strage”. È l’allarme lanciato da Acs Italia, attraverso il suo direttore Alessandro Monteduro che riporta le parole di don Antoine Tahhan, sacerdote Armeno Cattolico di Aleppo. Molti siriani, spiega ad Acs il sacerdote, “hanno sofferto per nove anni sopravvivendo alla guerra e alla fame. Se alcuni usano sterilizzatori, mascherine chirurgiche, antisettici e guanti protettivi per tutelarsi, la maggior parte della gente non è preoccupata dalla diffusione del coronavirus. Hanno già sofferto così tanto”. Aleppo, aggiunge, “ha perso molti ospedali e centri sanitari, distrutti dai terroristi, per esempio l’Al-Kindi Hospital e l’ospedale oftalmico. Gran parte delle attrezzature e delle forniture mediche sono state trafugate, e molti medici sono emigrati perché i terroristi hanno sequestrato alcuni di loro o minacciato di ucciderne altri”. “Il numero delle famiglie cristiane ad Aleppo prima della guerra era di circa 30.000. Ora questa cifra si è ridotta a circa 10.000. In aggiunta – dichiara don Tahhan –, stiamo soffrendo un massiccio invecchiamento: il numero degli anziati è salito a due terzi della popolazione, non solo ad Aleppo ma in tutta la Siria. E la mancanza di forza lavoro giovane è ulteriormente aggravata dal servizio militare”. La situazione economica si aggrava sempre di più. “Molte persone sono disoccupate, e gli stipendi pagati non sono sufficienti per sostenere una famiglia di quattro unità. Le sanzioni economiche stanno causando una grande sofferenza alla popolazione e anche la difficile situazione economica in Libano sta influenzando l’economia siriana. Nello stesso tempo hanno sospeso gli aiuti che arrivavano in Siria via Libano”, aggiunge don Tahhan. Per questo, “per incoraggiare le famiglie a tornare in Siria abbiamo bisogno della revoca delle sanzioni economiche. Abbiamo bisogno anche di sicurezza, di assistenza medica e dell’abolizione del servizio militare affinché i giovani possano trovare lavoro”. “Acs Italia in queste ore sta intensificando il proprio sostegno alle Chiese mediorientali affinché il rischio Coronavirus sia, per quanto possibile, arginato”.