Papa Francesco: messaggio per il 500° della prima messa in Argentina, “non lasciamo che la festa si spenga”
“In questi momenti in cui il contatto viene misurato ed evitato, è essenziale che possiamo ricordare e apprendere quel ‘sentire’ eucaristico che solo il Signore può insegnarci. Non lasciamo che la festa si spenga, non perdiamo l’occasione di assumere e accogliere il nostro presente come momento propizio di grazia e salvezza con tutto lo sforzo che ciò significa. Oggi come ieri, le parole del Signore ‘Fate questo in memoria di me’ continuano a risuonare nelle diverse città, parrocchie, cappelle, ospedali, scuole, case, città e quartieri”. Lo scrive Papa Francesco, in un messaggio inviato al vescovo di Río Gallegos, mons. Jorge García Cuerva, ed esteso alla comunità argentina e ai fedeli, in occasione della celebrazione per i 500 anni della prima messa sul suolo argentino. La messa, presieduta dal vescovo, si è tenuta ieri senza fedeli ed è stata trasmessa per canali mediatici e i social network. (clicca qui)
Papa Francesco: intenzione preghiera aprile, “aiutare e accompagnare le persone sotto l’influenza delle dipendenze, anche dal web”
“Preghiamo affinché tutte le persone sotto l’influenza delle dipendenze siano ben aiutate e accompagnate”. Le parole del Papa nel video con l’intenzione di preghiera per il mese di aprile guardano a uno scenario quanto mai attuale, che coinvolge nel mondo milioni di persone. “Sicuramente avete sentito parlare del dramma delle dipendenze. E… avete pensato anche alla dipendenza dal gioco, dalla pornografia, da Internet e ai pericoli dello spazio virtuale?”, domanda il Pontefice. “Basandoci sul ‘Vangelo della Misericordia’, possiamo alleviare, curare e guarire le tante sofferenze legate alle nuove dipendenze”, l’invito del Papa. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: stasera alle 21 il Rosario su Tv2000 e in diretta social Cei. Le intenzioni dei lettori condivise sulla pagina Facebook del Sir
Consolazione, guarigione dalla pandemia, conforto. Sono alcune tra le principali intenzioni di preghiera dei lettori del Sir, pubblicate sulla pagina Facebook, in occasione del Rosario per l’Italia, organizzato dai media Cei, che verrà recitato stasera, alle 21, dal Policlinico Gemelli di Roma. Avvenire, Tv2000, InBluradio, Sir, Federazione dei settimanali cattolici e Corallo, d’intesa con la Segreteria generale della Cei, invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi stasera per recitare insieme il Rosario. La preghiera si terrà nella Cappella dedicata a San Giuseppe Moscati, il Santo medico, e si concluderà con una supplica a San Giovanni Paolo II. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: dichiarazione congiunta Comece-Cec. “In tempi di prova riscoprire la nostra umanità comune”
“La pandemia Covid-19 e le sue tragiche conseguenze hanno colpito a piena forza l’Europa e il mondo intero. Mettendo alla prova ciascuna persona, famiglia e comunità, l’attuale crisi ha esposto le vulnerabilità e apparenti certezze delle nostre politiche, economie e società”. Lo affermano, in una nota congiunta, il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo del Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione degli episcopati dell’Unione europea), e il rev. Christian Krieger, presidente della Cec (Conferenza delle Chiese europee). “Nonostante ciò, questi tempi di prova ci consentono anche di riscoprire la nostra umanità comune come fratelli e sorelle. Pensiamo – affermano – alle tante persone che stanno seminando speranza ogni giorno, esercitando carità e solidarietà”. “Vogliamo pregare con profonda gratitudine per tutti coloro che servono il prossimo con empatia e calore, supportandolo in maniera generosa: medici, infermieri, fornitori di servizi basilari, forze dell’ordine e personale della giustizia, persone coinvolte nell’assistenza pastorale”. (clicca qui)
Coronavirus Covid-19: “Sure”, strumento Ue da 100 miliardi contro la crisi economica. Aiuti alle imprese e sostegno all’occupazione
“In questi tempi di profonda crisi è fondamentale salvare vite umane e offrire aiuto al sostentamento. Con la proposta di creare uno strumento di solidarietà del valore di 100 miliardi di euro, chiamato Sure, per aiutare i lavoratori a mantenere il proprio reddito e le imprese a restare a galla, la Commissione rafforza ulteriormente la propria risposta. Essa propone inoltre di reindirizzare tutti i fondi strutturali disponibili alla risposta al coronavirus”. La Commissione specifica oggi la proposta che era stata anticipata ieri dalla presidente Ursula von der Leyen. “Agricoltori e pescatori, così come gli indigenti, beneficeranno di un sostegno. Tutte queste misure, che si basano sull’attuale bilancio dell’Ue e attingeranno fino all’ultimo euro da tutte le risorse disponibili, dimostrano quanto sia necessario un bilancio comunitario a lungo termine solido e flessibile”. La Commissione si adopererà per garantire che l’Unione “possa contare su una simile solidità di bilancio per rimettersi in piedi e progredire sulla via della ripresa”. (clicca qui)
Migranti: Corte di giustizia Ue, “Polonia, Ungheria e Repubblica ceca venute meno agli obblighi di accoglienza”. Italia e Grecia lasciate sole
“Rifiutando di conformarsi al meccanismo temporaneo di ricollocazione di richiedenti protezione internazionale, la Polonia, l’Ungheria e la Repubblica ceca sono venute meno agli obblighi ad esse incombenti in forza del diritto dell’Unione”: è chiara la sentenza emessa oggi dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. “Tali Stati membri – spiega una nota – non possono invocare né le loro responsabilità in materia di mantenimento dell’ordine pubblico e di salvaguardia della sicurezza interna né il presunto malfunzionamento del meccanismo di ricollocazione per sottrarsi all’esecuzione di tale meccanismo”. La Corte ha dunque accolto i ricorsi per inadempimento presentati dalla Commissione Ue. Da un lato, la Corte ha riscontrato l’esistenza di un inadempimento, da parte dei tre Stati membri interessati, di una decisione che il Consiglio aveva adottato ai fini della ricollocazione, su base obbligatoria, dalla Grecia e dall’Italia, di 120mila richiedenti protezione internazionale verso gli altri Stati membri dell’Unione. Dall’altro, la Corte ha constatato che la Polonia e la Repubblica ceca “erano altresì venute meno agli obblighi ad esse incombenti in forza di una decisione anteriore che il Consiglio aveva adottato ai fini della ricollocazione, su base volontaria, dalla Grecia e dall’Italia, di 40mila richiedenti protezione internazionale verso gli altri Stati membri dell’Unione”. Le argomentazioni giuridiche avanzate da Commissione e Stati membri e le risposte giunte con l’odierna sentenza sono piuttosto complesse, ma resta il giudizio definitivo rispetto al fatto che Polonia, Ungheria e Repubblica ceca avrebbero dovuto aiutare Italia e Grecia in un momento drammatico e non l’avevano fatto. (clicca qui)
Polonia: card. Dziwisz ricorda Giovanni Paolo II nel 15° della morte. “Gli chiediamo di prendersi cura di tutti noi”
“In questo tempo di pandemia ci rivolgiamo a san Giovanni Paolo II chiedendogli di prendersi cura di noi e intercedere per noi presso il Signore affinché il virus ci lasci e la gente possa riprendere la vita normale”: lo dichiara al Sir, nel giorno del 15° anniversario della morte di Karol Wojtyla, il card. Stanislaw Dziwsz, già segretario particolare del Papa polacco. “La vita di Giovanni Paolo II fu segnata dalla sofferenza, il senso della quale egli ha sempre sottolineato”, ricorda il presule, rilevando che negli ultimi giorni il Pontefice “visse nella speranza dell’incontro con il Signore, al quale si era preparato durante tutta la sua vita, unito alla Chiesa e offrendo le sue sofferenze per la Chiesa e per il mondo, così come aveva fatto, senza chiedere del colpevole, quando era stato ferito in piazza San Pietro”. Il cardinale aggiunge che le candele accese stasera dai fedeli alle finestre delle abitazioni, in ricordo di Giovanni Paolo II, “saranno simbolo della sollecitudine reciproca, del legame che unisce tutti gli uomini, della solidarietà e dell’amore reciproco di cui abbiamo tanto bisogno, che ci è stato insegnato da Papa Wojtyla”. (clicca qui)