Mai come in questo periodo è attuale il coinvolgimento del paziente nel processo della cura. L’emergenza sanitaria collegata al diffondersi del coronavirus Covid-19 e le recenti decisioni che pongono un limite all’affluenza negli ambulatori specialistici, sta influenzando la gestione dei pazienti: più il paziente riesce ad essere “engaged” e più si sente responsabile nella gestione della propria patologia e della terapia. Migliorare l’esito delle cure per l’emofilia grazie al coinvolgimento dei pazienti, in team con i medici che se ne prendono cura: è questo il cuore di un nuovo progetto di ricerca dal nome “Parole in emofilia: verso il Patient Engagement”, che sarà condotto presso il Centro di ricerca dell’Università Cattolica nel campus di Milano “EngageMinds Hub” e supportato con un Grant non condizionante da Kedrion. “EngageMinds Hub” è il primo centro di ricerca italiano multidisciplinare volto a promuovere e svolgere attività scientifiche relative al tema dell’engagement nelle condotte di salute (es. prevenzione primaria e secondaria, promozione della salute, gestione della cura). Il progetto sarà condotto sotto la supervisione scientifica della professoressa Guendalina Graffigna, direttore del Centro di ricerca, e si avvale di una cabina di regia multidisciplinare di esperti in emofilia.