“Uniamo la nostra fantasia e il nostro impegno per cercare e favorire lavori di pace. Diciamo no a lavori per la guerra, no alla produzione e allestimento degli F35, costosissimo progetto di aerei che possono trasportare bombe nucleari. Quanti posti letto si potrebbero ottenere con il costo anche di un solo aereo? Di ben altro lavoro hanno bisogno le nostre famiglie, il nostro territorio e il mondo intero. Un lavoro che produca vita buona e non morte! Quanto lavoro nell’agricoltura sostenibile, quante piccole imprese importanti per il nostro territorio si potrebbero sostenere con il costo di un solo aereo?”. È l’interrogativo posto nel documento “Sì al lavoro per la pace, no al lavoro per la guerra!”, diffuso oggi dalla segreteria della Commissione regionale della Pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta. Nel testo – firmato da mons. Marco Arnolfo, don Flavio Luciano, Gaetano Quadrelli, Luciano Vietti, Alessandro Svaluto Ferro, Massimo Tarasco e condiviso da mons. Cesare Nosiglia, presidente della Cep – viene espressa “vicinanza a tante famiglie che sono in grande sofferenza e rischiano di non avere il necessario per la loro sussistenza” per la crisi legata all’emergenza coronavirus Covid-19. “Le comunità cristiane – sottolineano – si adopereranno per attivarsi ad integrazione delle misure statali per raggiungere i più bisognosi, soprattutto per sostenerli nelle loro attività lavorative, in questo tempo in cui rischiano di spegnersi”. “Ci fa specie – prosegue il documento – che in questo tempo di giuste limitazioni per contrastare la diffusione dell’epidemia, tra le poche attività lavorative ritenute necessarie, accanto al lavoro straordinario ed eroico del personale sanitario, per salvare vite umane, ci sia anche quella della fabbricazione e commercializzazione delle armi!”. Nel rilanciare l’appello al “cessate il fuoco” avanzato dal segretario generale dell’Onu e ripreso da Papa Francesco e associandosi a quello di Pax Christi “per dire no alla produzione delle armi”, la Pastorale sociale e del lavoro chiede “alle comunità cristiane di implorare dal Dio della vita la cessazione di questa pandemia e il dono dello Spirito per perseguire, insieme a tutte le persone di buona volontà, una nuova economia, più rispettosa della vita e dell’ambiente, dove tutti siano artigiani di pace”.