“Sosteniamo e accompagniamo con la preghiera chi in questo luogo di sofferenza e in tutte le case di cura vive momenti di tensione più degli altri”. Con queste parole l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, ha aperto questa mattina la celebrazione eucaristica che ha presieduto nella cappella dell’ospedale di Matera, dove ha portato l’immagine della Madonna della Bruna, patrona della città. “La manterremo in questo luogo fino alla fine dell’epidemia, perché benedica medici, operatori sanitari e malati”, ha spiegato l’arcivescovo.
Nell’omelia, mons. Caiazzo ha riflettuto su come “in questo momento in cui sembrerebbe che Dio sia assente dalla storia o Gesù non stia ascoltando le nostre preghiere, Egli vuole di nuovo fare un’alleanza con l’uomo, in cui ci dice che abbiamo bisogno di tornare a fidarci di Lui, che compirà meraviglie perché non vuole la morte né la sofferenza di nessuno ma che l’uomo si converta e viva”. “Questo tempo ci sta facendo sperimentare che abbiamo bisogno gli uni degli altri: noi abbiamo bisogno dei sanitari e loro di noi. Quando questo momento sarà finito, dovremo continuare ad essere consapevoli di essere limitati e bisognosi dell’altro, che non è un nemico né un diverso ma un fratello”. Nella giornata del quarto anniversario di ordinazione episcopale, l’arcivescovo di Matera ha infine chiesto l’intercessione di san Giovanni Paolo II, a 15 anni dalla morte, e di san Francesco da Paola, di cui si celebra la memoria e a cui è dedicato un santuario a Matera.