“Sostenere soprattutto coloro che hanno un lavoro precario oppure lo hanno perso”, per “non farli sentire soli in un momento così minaccioso”. È questo l’obiettivo della “Borsa di sant’Omobono”, istituita dalla diocesi di Cremona, il cui territorio coincide solo in parte con la provincia (avendo parrocchie anche in quelle di Milano, Bergamo e Mantova) ed è percentualmente la zona più colpita dal contagio da Coronavirus, ricorda in una nota la stessa diocesi. Nelle difficoltà subito emerse, ovunque, i sacerdoti hanno continuato ad avere quotidiana attenzione pastorale alle diverse esigenze, innanzitutto spirituali, delle proprie comunità. Con la diocesi che, anche attraverso i mezzi di comunicazione (web in particolare) sta tenendo vivo il senso di appartenenza e comunità, offrendo momenti di celebrazione e preghiera, presentando iniziative ed esperienze.
La “Borsa di Sant’Omobono”, che prende il nome dal santo patrono della città e della diocesi di Cremona, è “un fondo speciale per esprimere prossimità e offrire un aiuto concreto a coloro che, a causa dell’epidemia in atto, non hanno alcuna forma di sostentamento oppure sono in gravi, anche se temporanee, difficoltà economiche”. Il Fondo inizialmente sarà alimentato dalla Caritas diocesana, che si avvarrà anche di risorse messe a disposizione, proprio per l’emergenza Covid-19, dalla Caritas nazionale e dai Fondi Cei dell’8xmille. Ma potrà essere sostenuto anche dalle offerte deducibili, sia dei privati che delle aziende. Le risorse saranno ridistribuite alle fasce più deboli attraverso pacchi alimentari o con il sostegno al pagamento di parte delle utenze, oppure con il rilancio dell’iniziativa quaresimale, cioè attraverso i tirocini lavorativi. Per attuare il servizio, ci si avvarrà – possibilmente in accordo con gli enti pubblici – della rete dei centri di ascolto della Caritas e della San Vincenzo, di operatori e volontari delle parrocchie, in collaborazione con la comunità dei Frati Cappuccini di Cremona.