Un centinaio di comunità delle provincie amazzoniche ecuadoriane del Napo e di Orellana e del nord del Perù sono contaminate per la rottura dell’oleodotto “de Crudos pesados”, che fa parte del Sistema di oleodotti transecuadoriano (Sote). La denuncia arriva dal vescovo del vicariato apostolico di Aguarico, mons. José Adalberto Jiménez Mendoza, che sottolinea i gravi danni provocati all’ambiente dallo sversamento del greggio: “Siamo preoccupati per le nostre comunità e chiediamo con forza allo Stato e alla società di rendersi sensibili e responsabili per la difesa della Casa comune”.
I fatti risalgono allo scorso 7 aprile e si stima che siano 4mila i barili di petrolio sversati nell’ambiente. A causa del danno, la produzione nazionale di petrolio è diminuita di 205.240 barili di petrolio in un solo giorno.
Il vescovo denuncia che le comunità non sono state adeguatamente informate di quanto accaduto, come risulta con chiarezza dai differenti bollettini emessi da Petroecuador e dal Governo nazionale, nei quali si fa riferimento a una riduzione di pressione nella tubatura, senza fare riferimento alla rottura del condotto e al successivo sversamento. Mons. Jiménez afferma che non sono state prese le misure necessarie di contenimento per frenare la fuoriuscita di petrolio, che è arrivato fino alle acque del rio Coca e del Napo, con gravi danni all’ambiente. Se alla contaminazione di petrolio si somma la difficile situazione generata dalla pandemia del Covid-19, è evidente che le popolazioni locali vivono una situazione preoccupante, nella quale non si tiene conto della loro salute, sicurezza alimentare e stabilità sociale.
Il vescovo chiede al Governo risposte concrete e un’opera urgente di riparazione ambientale e sociale, rivolta soprattutto alle popolazioni rivierasche dei fiumi Coca e Napo; e alla Magistratura di avviare un’inchiesta per accertare le responsabilità civili e penali di quanto accaduto.