Coronavirus Covid-19: Locatelli (Css), “necessità di essere cauti nella ripresa”

C’è “la necessità di essere cauti, attenti nella ripresa sia nella nostra vita sociale sia delle attività produttive”, con la capacità di “cogliere gli eventi sentinella, per far sì che quella che sarà auspicabilmente solo una riattivazione in focolai epidemici locali tale rimanga e non assuma più la portata regionale o addirittura multiregionale”. Lo ha affermato questa sera Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità (Css), durante la conferenza stampa serale, al Dipartimento della Protezione civile a Roma, per fare il punto sull’emergenza legata al coronavirus.
“Il 3 aprile – ha ricordato – c’erano ricoverate nelle terapie intensive 4.063 pazienti, oggi questo numero è sceso a poco più di 2.800. Questo da un’idea di quanto possa essersi alleggerita la pressione”. Locatelli ha poi evidenziato che “se calcoliamo la percentuale dei positivi sul numero di tamponi siamo esattamente al 5,35%, un ulteriore indicatore dell’efficacia delle misure prese in termini di distanziamento sociale, di lockdown, per contenere la diffusione epidemica”. Nell’imminenza della Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, il presidente del Css ha sottolineato come “il numero dei deceduti che ha artigliato le nostre coscienze, le nostre sensibilità debba indurci a riflettere sulla cultura della donazione di organo, che non è mai sufficientemente promossa e che deve permeare la coscienza di ciascuno di noi”. “Perché con la donazione di organo – ha proseguito – si possono riallacciare fili esistenziale che altrimenti rischierebbero di andare irrimediabilmente perduti. Solamente donandosi si dà un senso compiuto alla nostra esistenza, chi non si dona è come un seme che non germoglia”. Dal 26 febbraio il Centro nazionale trapianti ha garantito 330 trapianti di organo.
Rispetto ai test sierologici, Locatelli ha chiarito che “ci permetteranno di condurre il cosiddetto studio di sieroprevalenza, cioè la determinazione della percentuale di persone che risiedendo in Italia sono state contagiare da Sars-Cov-2”. “Nelle prossime ore – ha annunciato – verrà resa pubblica una call per tutte le aziende che ritengono di avere dei test, aperta per 5 giorni” e poi si “procederà all’identificazione del test che verrà selezionato per la conduzione di questo studio di sieroprevalenza su un campione di 150mila residenti in Italia, selezionati con il contributo di Istat in funzione del genere, della fascia di età, di rappresentazione regionale”. “Lo studio verrà condotto in collaborazione con le Regioni e Province Autonome che unanimemente hanno dato adesione alla conduzione di questo studio”
Infine, un apprezzamento verso Aifa che “ha valutato 93 progetti di ricerca, ne ha approvati 19, 10 dei quali sono già stati avviati”; si tratta di “un risultato straordinario raggiunto in un mese solare, un punto di svolta del sistema di conduzione i studi clinici nel nostro Paese”.

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