Il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore, rilanciando l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite di deporre le proprie armi per un cessate il fuoco globale in risposta alla pandemia da Covid-19, elenca quattro azioni necessarie per tutelare i bambini e non solo. Primo, “tutte le parti in conflitto dovrebbero stabilire e rispettare degli accordi di cessate il fuoco, è un punto fermo”. Secondo, “le autorità e i gruppi che controllano territori dovrebbero agevolare un accesso senza restrizioni per il personale umanitario, in modo da poter raggiungere i bambini e le famiglie con servizi essenziali, fra cui cibo, assistenza sanitaria, protezione, acqua e servizi igienico-sanitari. Questo accesso potrebbe anche essere utilizzato per riparare o ripristinare infrastrutture chiave che potrebbero essere state colpite dai conflitti, in modo che le popolazioni siano meglio protette dalla diffusione del Covid-19”.
Terzo, “le forze e i gruppi armati non dovrebbero impedire la fornitura di aiuti di soccorso, o impedire alle persone che ne hanno bisogno di ottenere servizi. A tutti i civili sotto il controllo del governo o di gruppi di opposizione dovrebbe essere permesso di ricevere l’assistenza vitale per la loro sopravvivenza e il loro benessere”.
Quarto, “le parti in conflitto dovrebbero rilasciare ogni bambino trattenuto in detenzione per conflitto armato o sicurezza nazionale. Le forze e i gruppi armati dovrebbero inoltre rilasciare i bambini dalle loro fila. Come sempre, l’Unicef è pronto a supportare le autorità nel preparare il rilascio dei bambini, anche identificando condizioni sicure”.
Fore conclude: “Mentre i combattimenti continuano, fa lo stesso la silenziosa marcia del Covid-19 verso i bambini e le popolazioni vulnerabili. Un cessate il fuoco globale servirebbe come modello di cooperazione e solidarietà per respingere il Covid-19, una pandemia che minaccia tutta l’umanità, soprattutto i più vulnerabili tra noi. Non solo un cessate il fuoco migliorerebbe significativamente le nostre possibilità di sconfiggere la malattia nel breve periodo, potrebbe anche gettare le basi per una pace duratura. E questo significherebbe tutto per i bambini e il loro futuro”.