Circa due milioni i partecipanti all’iniziativa di preghiera lanciata un mese fa da don Aldo Buonaiuto, direttore del quotidiano online Interris.it e sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII: “Almeno cinque minuti al giorno, il tempo di un’Ave Maria, si stacchino gli occhi dagli schermi per alzarli verso il cielo perché anche gli smartphone possono diventare candele che riflettono la luce di Cristo”. Una mobilitazione spirituale che, nelle intenzioni del sacerdote, voleva soprattutto “tenere viva la fiammella della devozione mariana in un momento nel quale la domanda di sacro e di religione percorre nuove strade e cerca strumenti di dialogo individuale e comunitario che integrino quelli istituzionali e tradizionali”. “Nella nostra Ave Maria dal balcone per i malati di Covid-19 e chi li assiste – prosegue il sacerdote – abbiamo toccato con mano e compreso la natura globale dell’emergenza sanitaria in corso, e questo grazie alla moltitudine di collegamenti che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere via web da decine di nazioni che si uniscono alla novena per senso di condivisione e per un sentimento autenticamente cattolico secondo l’etimologia del termine”.
“In questo mese – sostiene il sacerdote – ho avvertito la presenza delle centinaia di migliaia di persone che hanno pregato con me ogni giorno e che continueranno a farlo nelle prossime settimane esattamente come accade quando visito una ‘chiesa domestica’ per portare una benedizione ai sofferenti o percorro le vie della sofferenza per assistere ed accogliere coloro che la pandemia ha reso ancor più emarginati e fragili. Da qui – conclude il sacerdote – deriva il mio auspicio, il mio accorato appello, che almeno cinque minuti al giorno, il tempo di un’Ave Maria, si stacchino gli occhi dagli schermi dei telefonini per alzarli verso il cielo”.