Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “dove ora si soffre, si vive in maniera eroica la solidarietà”

“La benedizione del Signore arrivi in tutte le case, a tutte le persone che stanno pregando con noi, in tutti i luoghi in cui si soffre in questo momento e dove si vive in maniera straordinaria, potremmo dire eroica, la solidarietà”. Si è conclusa con queste parole pronunciate dal card. Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana, la recita del Rosario subito dopo il Regina Coeli trasmesso in diretta streaming dalla basilica di San Pietro in tempo di pandemia.
Introducendo i Misteri del Dolore, della Passione di Gesù, il porporato si è chiesto: “Come va letta la Passione di Gesù? Qual è la chiave di lettura?”. E ha spiegato che “la chiave di lettura è l’amore”. “L’evangelista Giovanni, introducendo il racconto della Passione, dice: ‘Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino al segno estremo’. Avendo amato, amò”. Infatti, “nella Passione, Gesù si fa aggredire da tutta la cattiveria umana e risponde con un infinito atto d’amore perché l’amore è la vera forza di Dio. Questo amore attraversa tutta la storia e bussa anche alla porta del nostro cuore”. “Chi accoglie questo amore misericordioso è salvo”, ha osservato il cardinale. Nel corso del Rosario ha poi pregato: “Signore, i peccatori da salvare siamo noi: il figliol prodigo che deve ritornare siamo noi! Signore, concedici il dono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, la pace con Te e la gioia in Te”. Alla fine del secondo Mistero, la preghiera: “Signore Gesù, Tu sei entrato nella storia umana e l’hai trovata ostile a Te, ribelle a Dio, impazzita a causa della superbia, che fa credere all’uomo di avere una statura grande… come la sua ombra! Come siamo illusi! Signore, accendi nel nostro cuore un pentimento sincero dei nostri peccati affinché il tuo perdono ci restituisca lo splendore della bontà che riempie il cuore di vera felicità”. E, ancora, al termine del terzo Mistero, ha affermato che il pianto delle mamme di Gerusalemme “non basta. Il pianto deve tracimare in amore che educa, in fortezza che guida, in severità che corregge, in dialogo che costruisce, in presenza che parla! Il pianto deve impedire altri pianti!”. A conclusione del quarto Mistero del Dolore, il porporato ha pregato: “Signore Gesù, si sta spegnendo l’amore e il mondo diventa freddo, inospitale, invivibile. Spezza le catene che ci impediscono di correre verso gli altri. Aiutaci a ritrovare noi stessi nella carità. Signore Gesù, riaccendi in noi la scintilla dell’umanità che Dio ci pose nel cuore all’inizio della creazione. Liberaci dalla decadenza dell’egoismo e ritroveremo subito la gioia di vivere e la voglia di cantare con un cuore nuovo”. Infine, dopo il quinto Mistero, l’invocazione a san Michele arcangelo.

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