Un manfesto politico ed etico senza precedenti recenti a livello continentale latinoamericano. È quello firmato da 170 leader politici cattolici di 16 Paesi dell’America Latina, in merito alla gestione del coronavirus, nel momento in cui il contagio in tutta l’area dell’America Latina e dei Caraibi è giunto a 86.576 contagi e a 4.069 morti, secondo i dati ufficiali aggiornati.
Il gruppo è guidato da José Antonio Rosas Amor, direttore generale dell’Accademia dei leader cattolici. Il manifesto è stato preparato da cattolici impegnati di diversi Paesi e le cui responsabilità politiche supportano gli argomenti esposti nel documento. Finora, il documento ha ottenuto l’adesione di 170 leader, tra cui ex presidenti della Repubblica (i costaricani Rafael Ángel Calderón Fournier e Miguel Ángel Rodríguez Echeverría, quest’ultimo già segretario dell’Organizzazione degli Stati americani, il cileno Eduardo Frei, l’ecuadoriano Luis Osvaldo Hurtado), un ex direttore del Fondo monetario internazionale (il cileno Carlos Alberto Massad), l’ambasciatore Onu in America Latina Francesco Vincenti, il vicepresidente emerito della Pontificia Commissione per l’America Latina, Guzmán Carriquiry Lecour, ex ministri, 40 parlamentari, numerosi ex parlamentari, governatori, leader di partito. L’articolato documento (in tutto 11 pagine), consultabile al sito http://liderescatolicos.net/manifiesto/, formula una serie di proposte basate sull’analisi della realtà e ricorda che con l’espansione del coronavirus ci troviamo di fronte alla più grave crisi umanitaria dell’ultimo secolo.
“Stiamo entrando in una nuova, imprevedibile, drammatica fase di profondi cambiamenti, che richiederà le migliori energie di umanità, fratellanza, solidarietà, cooperazione, sacrificio e speranza, che sono caratteristiche dei popoli latinoamericani”, avvertono i leader, che scrivono: “In quest’ora drammatica, riconosciamo che noi politici siamo chiamati a essere costruttori di ponti e no di muri; chiamati a vivere la diversità e ad apprezzare il dialogo come cammino che ci arricchisce”, senza alcuna polarizzazione o posizione fondamentalista.
Alla luce di tutto ciò, i leader cattolici dell’America Latina invitano ad affrontare le difficoltà a partire dai valori e dallo specifico dell’essere cristiani. Nonostante tutti gli aspetti negativi della crisi, fioriscono sempre semi di speranza che germoglieranno finché ci sarà un impegno per il bene comune, si legge nel testo. I leader chiedono che lo sguardo sia solidale e di condivisione e si trasformi in azione verso il dolore per i poveri, che sono coloro che soffrono e subiranno le conseguenze della pandemia. La crisi, secondo i leader, è un momento per fare scelte importanti, di fronte a problemi che sono comuni. Di conseguenza, è necessario pensare a soluzioni e iniziative comuni, di carattere sanitario, economico, a livello di politiche internazionali, di mezzi di comunicazione, di politiche sociali. Tra le proposte concrete, quella di “un sussidio di base temporaneo che garantisca di vivere sopra la linea della povertà” per coloro che in questo momento non riescono a fare fronte alla crisi e mirate politiche sociali per i lavoratori precari e informali. Si chiede inoltre di ridurre le spese militari.