Negli ultimi giorni il numero di pazienti positivi al Covid-19 in Iraq è aumentato in modo significativo, con oltre 1.400 casi e 78 decessi confermati, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute. Dall’inizio della diffusione dell’epidemia nel Paese, la capitale Baghdad è la città che ha registrato il maggior numero di casi e di morti. L’emergenza vede, dal 1° aprile scorso, Medici senza frontiere (Msf) supportare l’ospedale Ibn al-Khatib di Baghdad, una delle tre strutture individuate dal Ministero della Salute per la cura dei pazienti Covid-19 in città. Dopo una prima valutazione sul livello di preparazione dell’ospedale, un team di Msf ha formato il personale della struttura sulle misure di prevenzione e controllo del contagio e sulla gestione del triage. Questa preparazione, affermano da Msf, servirà a garantire che i pazienti Covid-19 ricevano trattamenti adeguati, proteggendo allo stesso tempo gli altri pazienti e lo staff medico per evitare che vengano contagiati.
“Il primo obiettivo del nostro intervento è supportare l’ospedale nella gestione dei casi confermati o sospetti di Covid-19, per garantire che vengano accolti e trattati nel miglior modo possibile, evitando inoltre che il virus si diffonda in ospedale causando l’insorgere di nuovi casi”, spiega Shaukat Muttaqi, capomissione di Msf in Iraq. Msf sta, inoltre, supportando le autorità sanitarie locali nella risposta al Covid-19 anche in altre zone del Paese: Mosul, nel governatorato di Ninewa, nel governatorato di Erbil, oltre che nel resto dell’Iraq. “Nel Paese Msf supporta centinaia di persone vulnerabili ogni giorno attraverso i propri programmi medici. Per questo è vitale facilitare il regolare movimento di forniture mediche e personale sanitario e assicurare la continuità delle cure mediche essenziali, talvolta salvavita, ai pazienti dei nostri progetti regolari”, conclude Muttaqi.
Msf è in Iraq dal 1991 e attualmente ha più di 1.500 operatori impegnati in diversi progetti nel Paese. Sono oltre 50, invece, gli operatori Msf impegnati nella risposta al coronavirus in Italia per condividere la propria esperienza nella gestione delle epidemie, in particolare nelle Marche e in Lombardia, con attività di supporto agli ospedali, a comunità vulnerabili come le strutture per anziani, ai medici di base e alle realtà del territorio. Diversi operatori che partono in missione con Msf da settimane sono in prima linea come medici del Sistema sanitario nazionale. L’intervento di Msf in risposta alla pandemia si estende in oltre 40 Paesi tra Europa, Africa, Medio Oriente, Asia, Oceania e Sudamerica.