“La pandemia sta facendo emergere il meglio di molte persone e gruppi sociali e il peggio dell’egoismo e dell’individualismo delle nazioni. Questo è deplorevole, e non sarà facile dimenticarlo nel post-coronavirus”. Lo ha detto il rettor maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, in una intervista al settimanale cattolico Alfa y Omega e riportata dall’agenzia salesiana Ans. “Tendo a guardare con speranza – ha affermato – ma penso che stiamo vivendo anni molto difficili. Molti di noi, me compreso, 20 anni fa credevamo che la strada verso la pace e verso una crescente estensione dei diritti umani nel mondo fosse lenta, ma visibile. Negli ultimi 20 anni abbiamo vissuto però una battuta d’arresto inimmaginabile, sia a causa del terrorismo internazionale, sia a causa dello sfruttamento e degli abusi nei movimenti migratori esistenti in tutto il mondo, ma anche a causa delle guerre. In questo momento, poi, siamo colpiti da questa terribile pandemia. Non avremmo mai immaginato una cosa del genere”. Sulla pandemia diverse le domande sollevate dal successore di Don Bosco: “Torneremo a uno stile di vita frenetico o riusciremo ad avere ritmi e spazi più umani? Vogliamo recuperare il tempo perduto nei consumismo o impareremo che è possibile vivere felici con l’essenziale? Continueremo senza freni nella corsa alla contaminazione del mondo o daremo una tregua al pianeta?”. Ma anche una certezza: “Dopo questa pandemia, un’indifferenza ecologica come quella che continuiamo a vedere nei vertici climatici non è possibile. Inoltre, di fronte alle situazioni di povertà che aumenteranno, come cattolici, dobbiamo continuare a rispondere con generosità”. “In situazioni estreme – ha spiegato il rettor maggiore – tendiamo a dare il meglio di noi stessi. Ho molta fiducia in questo”. Da qui l’invito “alla solidarietà, alla fraternità, alla carità e alla preghiera. Abbiamo fede in Dio, che è al nostro fianco nel nostro cammino, anche se difficile come quello attuale. Per questo voglio ricordare l’immagine di Papa Francesco che prega in piazza San Pietro, solo, ma accompagnato da tante persone in tutto il mondo”.