Coronavirus Covid-19: Policlinico Gemelli, la vicinanza dei cappellani ai malati. “Il Signore ti tiene la mano e noi preghiamo per te”

“In questo momento di prova per tutti e in particolare per te, sappi che ci sono tante persone che ogni giorno pregano e ti accompagnano in questo cammino. Anche se non puoi ricevere la visita del sacerdote dell’ospedale, per motivi di sicurezza, il Signore ti è vicino e ti tiene la mano. Siamo consapevoli della difficoltà di questi giorni, ma ti assicuriamo che ti siamo accanto in tanti!”. È un passaggio del messaggio di vicinanza preparato dai padri cappellani del Policlinico Gemelli di Roma per i pazienti degenti nelle unità Covid, che giunge loro attraverso la distribuzione dei pasti. Dai giorni di Pasqua la Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs ha potenziato le modalità di assistenza spirituale per questi pazienti, mettendo a disposizione una linea di telefonia mobile dedicata (Pronto soccorso spirituale Covid – 3485872432), abilitata all’utilizzo della funzione WhatsApp per videochiamata al letto dei pazienti impossibilitati ad interagire di persona per ragioni di contenimento epidemico. “Il cappellano ogni giorno passerà davanti al tuo reparto e, fuori della porta, impartirà l’assoluzione generale dei peccati sia per i malati che per gli operatori sanitari che la desiderano”, si legge ancora nel messaggio che contiene i recapiti telefonici dei cappellani per chi volesse contattarli e le indicazioni per ottenere l’indulgenza plenaria – rinviando la confessione sacramentale a quando sarà possibile effettuarla – stabilite  da Papa Francesco lo scorso 20 marzo.

Oltre al conforto spirituale personale, i padri cappellani si rendono anche disponibili a distribuire la Comunione ricorrendo alla figura del “ministro straordinario”, appositamente individuato tra gli operatori sanitari dell’unità di degenza. Il giorno di Pasqua, presso una struttura alberghiera adiacente al Policlinico Gemelli e al Columbus Covid-2 Hospital, dedicata all’ospitalità post dimissione ospedaliera per pazienti che non possono tornare a domicilio poiché senza assistenza adeguata o non ancora pronti per riprendere una vita normale, alcuni di questi pazienti hanno potuto ricevere la visita dei cappellani e la Comunione.

 

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