Coronavirus Covid-19: dagli esperti la proposta di una “struttura di monitoraggio e risposta flessibile” per riaprire in sicurezza l’Italia

La creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile dell’infezione da Sars-Cov-2 e della malattia che ne consegue (Covid-19), in grado di eseguire un altissimo numero di test virologici e sierologici, insieme ad una struttura di sorveglianza centrale potenziata presso l’Istituto superiore di sanità. È in estrema sintesi la proposta di un gruppo di lavoro di medici e scienziati per “riaprire” il Paese gestendo in modo sicuro la transizione da pandemia a endemia. La proposta è stata lanciata sul sito “Medical Facts” ed è frutto di un gruppo di scienziati – tra i quali Roberto Burioni, professore ordinario dell’Università Vita e Salute San Raffaele (Milano) e direttore scientifico Medical Facts; Luigi Lopalco, professore ordinario derll’Università di Pisa e presidente del Patto trasversale per la scienza; Guido Silvestri, direttore del Dipartimento di patologia, Emory University (Atlanta) e editor The Journal of Virology – insieme ai vertici nazionali della Federazione degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) e della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). Secondo gli esperti, dall’attuale fase di isolamento si potrà cominciare ad emergere “non appena si osserveranno 2-3 settimane di un trend stabile verso un numero molto basso di contagi e morti”, ma fin d’ora occorre pensarne le modalità. Non essendo disponibile un vaccino, sarà necessario “campionare in modo statisticamente rilevante la popolazione generale nelle varie aree geografiche del Paese, per valutare sia lo stato dell’infezione attiva, tramite tamponi diagnostici”, che “lo stato di immunità della popolazione, tramite analisi sierologiche grazie a test validati per la presenza di anticorpi specifici”, si legge nel documento. Di qui la proposta di  una nuova struttura di monitoraggio e risposta flessibile (Mrf) “con chiare articolazioni regionali” che dovrà operare “sotto il coordinamento di Protezione civile e ministero della Salute e il supporto tecnico dell’Istituto superiore di sanità (Iss)”.

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