Il criterio clinico è il più adeguato ad essere adottato quando scarseggiano le risorse, come nell’emergenza legata al Covid-19. Il Comitato nazionale per la bioetica ha preso in esame il problema dell’accesso dei pazienti alle cure in condizioni di risorse sanitarie limitate, come nel caso dell’emergenza da coronavirus, e ha pubblicato, oggi, un parere dal titolo “Covid 19: la decisione clinica in condizioni di carenza di risorse e il criterio del triage in emergenza pandemica”, approvato a larga maggioranza dei presenti l’8 aprile scorso.
Innanzitutto, “sulla base dei principi fondamentali della Costituzione (diritto alla tutela della salute, principio di uguaglianza, dovere di solidarietà) e del criterio universalistico ed egualitario su cui si basa il Servizio sanitario nazionale, il Comitato ritiene che nell’allocazione delle risorse si debbano rispettare i principi di giustizia, equità e solidarietà. In questo contesto, il Cnb riconosce il criterio clinico come il più adeguato punto di riferimento, ritenendo ogni altro criterio di selezione, quale ad esempio l’età, il sesso, la condizione e il ruolo sociale, l’appartenenza etnica, la disabilità, la responsabilità rispetto a comportamenti che hanno indotto la patologia, i costi, eticamente inaccettabile”.
Il Comitato, poi, ritiene che “il triage in emergenza pandemica si debba basare su una premessa, la preparedness (predisposizione di strategie di azione nell’ambito della sanità pubblica, in vista di condizioni eccezionali, con una filiera trasparente nelle responsabilità), la appropriatezza clinica (valutazione medica dell’efficacia del trattamento rispetto al bisogno clinico di ogni singolo paziente, con riferimento alla urgenza e gravità del manifestarsi della patologia e alla possibilità prognostica di guarigione, considerando la proporzionalità del trattamento), l’attualità che inserisce la valutazione individuale del paziente fisicamente presenti nel pronto soccorso nella prospettiva più ampia della ‘comunità dei pazienti’, con una revisione periodica delle liste di attesa”.
Il Comitato sottolinea che inoltre “la allocazione delle risorse sanitarie in condizioni di scarsità delle stesse necessitano della massima trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica, perché le scelte di ciascuno siano veramente libere e informate”.
Il Cnb segnala “con preoccupazione” la proliferazione di contenziosi giudiziari nei confronti dei professionisti della salute nel contesto dell’attuale emergenza pandemica e ritiene che vada presa in considerazione l’idea di limitare eventuali profili di responsabilità professionale degli operatori sanitari in relazione alle attività svolte per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
Infine, “una attenzione specifica è dedicata alle persone più vulnerabili, che possono sentirsi particolarmente a rischio di abbandono, in particolare le persone anziane, ricoverate in strutture dedicate, per le quali il Comitato auspica che siano assicurate cure appropriate, protezione e attenzione al fine di evitare contagi da parte del virus Sars-Cov-2”.