“Il Risorto ha lasciato vuota la tomba, cammina sulle strade della vita e lì ci attende. Da quel giorno non esistono ‘buchi neri’, dove la luce viene risucchiata dalle tenebre. La Pasqua capovolge la realtà, proietta luce anche sul buio più fitto”. Lo ha detto l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nell’omelia della Messa di Pasqua, celebrata in una cattedrale “blindata” per l’emergenza coronavirus. Il presule nell’omelia si è soffermato sulla “sofferenza di chi non ha potuto accompagnare, nel loro patire e morire, i propri familiari”, sull’”amore struggente” che induce profondo “disagio nel vedere i loro volti e le loro storie finire nella fredda conta giornaliera dei morti”.
“Il Risorto – ha precisato mons. Tisi – lo trovi nel grido vittorioso dei bambini che continuano a nascere, nella dignità con cui molti si abbandonano all’ultimo respiro, nel gesto pieno di tenerezza di chi si sta prendendo cura dei nostri malati, nel sacrificio quotidiano di chi, nell’anonimato, lavora per garantirci i servizi essenziali; nel grande desiderio di tornare al calore dell’incontro personale”.
L’arcivescovo ha ricordato: “Egli ha tramortito e costretto al silenzio i tanti guardiani del sepolcro, avidi di denaro, ammaliati dagli affari, compiaciuti dalle conquiste tecnologiche a cui ormai era affidata ogni soluzione, assidui nel mettere il bavaglio a quanti invocavano un mondo con al centro la tutela dei più deboli, la dignità del lavoro, la salute, la salvaguardia del creato. Le parole di questi guardiani risultano sempre più vuote e fastidiose”.
“I tratti del Risorto – ha concluso il presule – stanno tornando a lasciare traccia nelle nostre agende, facendo risaltare le ragioni dell’uomo, a cominciare dal valore della salute e dal bisogno di relazioni autentiche. Quei tratti sono rimasti per troppo tempo relegati a fondo pagina. Coraggio, ripartiamo! Preceduti dal Risorto”.