Nell’emergenza coronavirus, “la Pasqua non minimizza la paura della morte, ma ci offre una speranza che da soli non possiamo assicurarci: ci dice Dio è più forte della morte”. È un passaggio dell’omelia della messa di Pasqua celebrata da mons. Ivo Muser, vescovo di Bolzano-Bressanone, a porte chiuse nel duomo di Bolzano. Nella sua omelia il presule ha rinnovato la vicinanza in particolare a chi soffre e a chi lavora in prima linea in questi momenti critici e ha poi guardato a ciò che verrà: “La Pasqua ci può insegnare ad uscire dalla crisi non solo per tornare a quella normalità che oggi tanto ci manca, ma anche e soprattutto per trovare nuovi modi di stare assieme, di abitare questo mondo, di pensare il nostro futuro”. Di qui l’augurio del vescovo per le prossime settimane e anche dopo: “Poter tornare gradualmente – con tutte le doverose precauzioni – alle nostre attività quotidiane”; uscire da questa drammatica esperienza con l’insegnamento ad “essere meno superficiali, più consapevoli di ciò che davvero conta nella vita”; restare anche in futuro “attenti alle sorelle e ai fratelli più fragili”. Al termine dell’omelia Muser ha invitato tutti a cantare l’alleluja nelle proprie case: “Apriamo porte e finestre, quelle esteriori e quelle interiori. Annunciamo, nelle nostre relazioni e nella società, il messaggio della Pasqua: Cristo è risorto!”.