“Non c’è Pasqua senza il senso di comunità umana: senza condivisione, solidarietà; senza il dono della pace, che interpella con forza la nostra Chiesa e che invochiamo per tutto il mondo, facendo eco al ‘cessate il fuoco’ gridato dal Papa”. Così l’ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, nell’omelia della messa di Pasqua celebrata domenica nella cappella del Seminario dell’Ordinariato, presso la Cecchignola. “La pace si costruisce nel quotidiano impegno, anche quello di tanti militari, per la giustizia, il rispetto della dignità umana, la difesa del creato e della vita, specie quella dei più deboli, poveri, malati… Costruire comunità richiede occhi di fratellanza, carità, amicizia, che illuminino il modo in cui ci guardiamo: in famiglia e nella società, nei rapporti tra religioni e culture, nella elaborazione di leggi e nelle relazioni internazionali”. “La pandemia che ci affligge ci insegna che possiamo fare a meno di tutto: del superfluo, del necessario – ha spiegato l’arcivescovo castrense – ma non possiamo fare a meno gli uni degli altri; e non possiamo fare a meno di Dio, fonte della speranza”. La fede in Gesù risorto permetterà, “dopo l’ora difficile, di sognare e ricostruire tutto, insieme, sui valori fondanti l’identità dell’Italia, dell’Europa, dell’intera famiglia umana; ci faranno uomini e donne della compassione, Chiesa più ricca di misericordia e capace, come ha detto il Papa nel Messaggio Urbi et Orbi, di operare il contagio della speranza” .