“Gesù risorto è perfino in mezzo alle situazioni di peccato come misericordia, pronta ad attendere fino alla fine”. È uno dei passaggi dell’omelia che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, ha tenuto nel giorno di Pasqua, domenica 12 aprile, in una cattedrale di Spoleto vuota di fedeli a causa del Coronavirus, ma in diretta sui canali social della diocesi (Facebook e YouTube). “Ciò che noi chiamiamo la risurrezione di Gesù – ha detto mons. Boccardo – attesta che tutto è cambiato. Nell’intimo di ogni realtà sono sconfitti la caducità, il peccato e la morte e in ogni nostra azione quotidiana è presente il seme dell’eternità. Il Risorto è nella nostra storia personale, è in tutte le lacrime e in ogni morte come la forza segreta di una vita che vince anche quando sembra morire; è nell’uomo che soffre, al quale ci facciamo prossimo; è nella nostra impotenza come la potenza che può permettersi di apparire debole perché è invincibile”. L’arcivescovo ha ricordato poi la pandemia del Coronavirus: “Guai a noi se sprecassimo nell’impazienza di far tornare tutto come prima la lezione di vita nascosta negli eventi di queste settimane. Saremmo davvero dei poveri uomini, immersi nella superficialità, votati alla delusione e perciò infelici. Dobbiamo imparare piuttosto a leggere dentro le giornate che stiamo vivendo e – senza nasconderci la tragica situazione di tante famiglie ferite dalla morte di qualche congiunto, dalla perdita del lavoro, dall’incertezza per il futuro – guardare avanti con fiducia sicuri che anche il nostro oggi abitato da tanti segnali di morte racchiude in sé dei germi di vita”.