“Un Fondo per aiutare le famiglie”: ad annunciarlo il giorno di Pasqua è stato il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili. Si chiamerà “Fondo Santa Barbara” e per ora può contare su 250.000 euro della Chiesa di Rieti e 250.000 della Fondazione Varrone. “Il Vangelo dà una visione del vuoto dentro al sepolcro, un vuoto pieno della sua assenza. Anche le piazze e le chiese vuote di oggi possono essere un presagio di qualcosa di diverso ed inaspettato: occorre cedere il passo, fare spazio all’altro, consentire a chi è più fragile di fare il primo passo”, ha spiegato il vescovo illustrando l’iniziativa che chi vorrà “potrà incrementare”. Mons. Pompili ha poi voluto fermare la sua attenzione a quanto sta avvenendo nel mondo, dove tutto sembra correre: “Alla guerra segue la guerra fredda, alla prima guerra fredda segue la seconda guerra fredda. Così almeno ipotizzavano gli analisti all’inizio del fatidico 2020, descrivendo il tramonto del secolo americano e la possibile transizione al secolo cinese. Poi si è visto di tutto: dalla città di Wuhan desertificata alle fosse comuni al largo del Bronx a New York. E per venire a noi: ai carri dell’esercito che trasportano i morti di notte”. La corsa finisce davanti ad un sepolcro. “Per fortuna, nel brano evangelico, il sepolcro è vuoto! In effetti, i 9 versetti della pagina giovannea non forniscono alcuna dimostrazione della resurrezione di Gesù dai morti. Registrano piuttosto la totale assenza di Gesù. Ma la buona notizia è proprio la sua mancanza. Il Vangelo dà una visione del vuoto dentro al sepolcro di morte, un vuoto pieno della sua assenza”. Entrarvi spetta innanzitutto “a chi è più fragile. Solo così il mondo vuoto di oggi diventerà pieno di altro: se sapremo attendere l’altro, aspettare chi viene prima di noi, lasciare che i più deboli siano i primi”.